Architetto di formazione, progettista di vocazione, Vico Magistretti (1920-2006) ha unito rigore milanese e intuizione poetica in arredi e lampade che ancora oggi popolano case, musei e collezioni di tutto il mondo. Con Cassina, Artemide e altre aziende visionarie ha trasformato il quotidiano in una lezione di semplicità intelligente.
INDICE
- Dalle origini borghesi alla facoltà di Architettura
- Primi progetti e la Milano del dopoguerra
- La collaborazione con Cassina e la sedia Carimate
- Lampade rivoluzionarie: Eclisse, Atollo e oltre
- Materiali innovativi e produzione in serie
- Riconoscimenti internazionali: Compasso d’Oro e mostre al MoMA
- Insegnare progetto: il metodo Magistretti al Politecnico e al Royal College
- Dal mobile alla città: visioni urbanistiche e padiglioni fieristici
- Le grandi icone degli anni ’70: il divano Maralunga e la stagione del comfort intelligente
- Eredità stilistica nell’arredo contemporaneo
- Collezionare Magistretti: autenticità, mercato e musei
- Conclusioni – Il minimalismo caldo di un maestro senza tempo
1. Dalle origini borghesi alla facoltà di Architettura
Nato a Milano in una famiglia di costruttori, Luigi Vittorio Magistretti frequenta il Politecnico dove incontra maestri come Gio Ponti. Il contesto culturale gli insegna a coniugare tradizione artigiana e spirito razionale, un binomio che diventerà cifra del suo lavoro.
2. Primi progetti e la Milano del dopoguerra
Negli anni Quaranta progetta case economiche per la ricostruzione, applicando soluzioni modulari che massimizzano luce e ventilazione. La modestia dei mezzi affina la sua capacità di semplificare: ogni linea superflua cade, resta l’essenziale.
3. La collaborazione con Cassina e la sedia Carimate
Nel 1959 inizia il sodalizio con Cassina. La sedia Carimate (1960) unisce paglia di palude e struttura in faggio laccato rosso: rurale e metropolitana al tempo stesso, diventa simbolo del nuovo design italiano capace di parlare al mondo.
4. Lampade rivoluzionarie: Eclisse, Atollo e oltre
Con Artemide inventa Eclisse (1965), piccola sfera metallica che regola la luce ruotando un calotta interna; nel 1977 disegna Atollo per Oluce, un cono e un cilindro che sembrano fluttuare. Questi volumi puri mostrano come un gesto minimo possa generare icone senza tempo.
5. Materiali innovativi e produzione in serie
Magistretti sperimenta ABS, alluminio filato, tessuti gommati: materiali industriali resi nobili da geometrie leggibili e dettagli costruttivi invisibili. L’obiettivo è democratizzare la bellezza, portandola nella vita quotidiana a prezzi accessibili.
6. Riconoscimenti internazionali: Compasso d’Oro e mostre al MoMA
Vince il Compasso d’Oro tre volte (1967, 1979, 1995). I suoi progetti entrano nella collezione permanente del MoMA, confermando la portata globale di un linguaggio che combina rigore formale e calore domestico.
7. Insegnare progetto: il metodo Magistretti al Politecnico e al Royal College
Dal 1967 al 1990 insegna a Milano e, come visiting professor, a Londra. Non parla di stile, ma di “idea che genera forma”: invita gli studenti a ridurre, semplificare, ascoltare i bisogni reali prima di disegnare.
8. Dal mobile alla città: visioni urbanistiche e padiglioni fieristici
Progetta il quartiere milanese QT8, sperimentando edilizia in prefabbricato leggero, e disegna padiglioni per la Fiera di Milano. Anche su scala urbana mantiene la filosofia della chiarezza costruttiva e del comfort umano.
9. Le grandi icone degli anni ’70: il divano Maralunga e la stagione del comfort intelligente
Con Cassina firma il divano Maralunga (1973), celebre per lo schienale ribaltabile che varia l’ergonomia con un semplice gesto. Il brevetto dimostra che innovazione tecnica e forma accogliente possono convivere, inaugurando un’epoca di imbottiti dinamici e personalizzabili. Questo modello è oggi considerato una delle icone del design che hanno trasformato il nostro modo di vivere la casa.
10. Eredità stilistica nell’arredo contemporaneo
Designer come Jasper Morrison e Naoto Fukasawa citano Magistretti come maestro del “super normal”: oggetti capaci di sparire nella vita quotidiana pur aggiungendo qualità. Molti arredi di oggi – sedie in polipropilene monoscocca, lampade sferiche orientabili – riprendono le sue intuizioni.
11. Collezionare Magistretti: autenticità, mercato e musei
Per chi ama il design d’autore, collezionare pezzi originali di Vico Magistretti è una vera passione. Le lampade Eclisse della prima serie, ad esempio, possono superare i 400€, mentre un’Atollo in metallo anodizzato può arrivare anche a 2500€. Il valore cresce con l’autenticità: a certificarla, ci pensano musei, fondazioni e naturalmente etichette originali come quelle di Cassina o Artemide, numeri di serie, finiture e quella leggera patina del tempo che racconta una storia vera. Occhio ai dettagli: sono spesso loro a fare la differenza tra una semplice riproduzione e un’icona da collezione.
12. Conclusioni – Il minimalismo caldo di un maestro senza tempo
Vico Magistretti insegnò che la semplicità può essere poetica, che l’innovazione non deve gridare per farsi notare. Le sue sedie leggere, le lampade geometriche e il celebre Maralunga continuano a dimostrare come il design possa unire ingegno, bellezza e vita quotidiana, ricordandoci che dietro ogni grande oggetto c’è sempre un’idea accessibile e profondamente umana.