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Marco Zanuso: il progettista che ha insegnato alla casa italiana a essere moderna

Posted on 18 Settembre 202518 Settembre 2025

Ci sono progettisti che cambiano il nostro modo di guardare le cose, e poi ci sono quelli che cambiano il nostro modo di usarle. Marco Zanuso appartiene alla seconda categoria: poche parole, una curiosità inesauribile per i materiali dell’industria, un’attenzione quasi affettiva per il gesto quotidiano. Dalle sedute pionieristiche con Arflex ai piccoli elettrodomestici e alle radio televisive con Richard Sapper, il suo percorso racconta un’Italia che corre verso il futuro senza perdere contatto con il comfort, con la durata, con la misura. È un racconto che oggi torna attualissimo non solo nei musei, ma nelle case vere – e nel vivace mercato dell’usato certificato, dove una Lady ben conservata o un “Cubo” di Brionvega possono riscrivere l’atmosfera di un intero ambiente.

INDICE

  1. Radici milanesi e una domanda semplice: come si vive meglio?
  2. Arflex e la rivoluzione dell’imbottito: Lady e Senior
  3. Dentro la “Lady”: metodo costruttivo e perché è ancora attuale
  4. Dal salotto all’elettronica: l’asse con Richard Sapper e Brionvega
  5. Oggetti portatili, forme gentili: il telefono Grillo e la casa in movimento
  6. Tavoli, plastiche e lamiera: il caso Lambda e altri esperimenti
  7. Un metodo, non uno stile: ergonomia, produzione, durata
  8. Come usarli oggi: esempi di interni con Lady, “Cubo” e Lambda
  9. Autenticità e valore: riconoscere le prime serie (e comprare bene su Deesup)
  10. Collaborazioni e aziende: Arflex, Gavina, Kartell, Siemens, Artemide
  11. Una continuità di sguardo: il lavoro di Marco Zanuso jr.
  12. Conclusioni – La modernità tranquilla che invecchia bene

1. Radici milanesi e una domanda semplice: come si vive meglio?

Nato a Milano nel 1916, formatosi tra cantieri e botteghe, Zanuso entra nell’architettura quando la città sta cambiando pelle e le famiglie chiedono alla casa funzionalità, igiene, luce. È il dopoguerra che prepara il boom: c’è voglia di normalità e, insieme, di oggetti intelligenti che semplifichino la vita. Il giovane architetto non insegue la “forma nuova” come provocazione, ma come conseguenza di una domanda più semplice: come si vive meglio? La risposta, negli anni, passerà dalla collaborazione con industrie capaci di trasformare materiali allora inediti – gomme, plastiche, lamiera piegata – in un comfort discreto, senza retorica.

2. Arflex e la rivoluzione dell’imbottito: Lady e Senior

La svolta arriva quando incontra Arflex, realtà nata dall’esperienza di tecnici legati al mondo Pirelli. L’idea è coraggiosa: usare schiume elastiche e nastri strutturali per creare sedute più leggere, più igieniche, più “democratiche” del classico divano a molle. La poltrona Lady (1951) diventa il manifesto di questo nuovo modo di sedersi: linee morbide, volumi misurati, una base metallica che alleggerisce il corpo imbottito. Nello stesso periodo nasce anche la Senior, sorella maggiore con schienale più avvolgente. Non è solo una questione di stile: cambia la tecnologia interna e cambia, insieme, l’idea di comfort domestico. La stanza si fa più ariosa, la seduta non è più un blocco massiccio ma un elemento che dialoga con lo spazio.

3. Dentro la “Lady”: metodo costruttivo e perché è ancora attuale

Molti lettori ci chiedono come fosse prodotta la Lady e cosa la renda così speciale ancora oggi. La struttura nasce da un telaio in tubolare d’acciaio, sul quale si applicano nastri elastici ad alta resistenza che sostengono il cuscino di seduta. Su questa base si modellano elementi in gommapiuma sagomata – lavorati in stampi separati per seduta e schienale – che avvolgono la struttura creando una superficie continua, senza l’“effetto gabbia” tipico delle molle tradizionali. Il rivestimento, in tessuto o pelle, viene cucito su dime precise e teso in modo da rispettare i raggi di curvatura; la base, spesso in ottone o acciaio verniciato, si avvita alla scocca con boccole filettate integrate.

Il risultato è una seduta che unisce elasticità controllata e tenuta nel tempo: niente affossamenti dopo pochi anni, nessuno scricchiolio di molle, una manutenzione semplice grazie alla possibilità di sfoderare o re-tappezzare con facilità. Oggi, quando ci si interroga sulla sostenibilità, colpisce la logica “a strati” del progetto: telaio, imbottitura, rivestimento e base sono componenti separabili, quindi riparabili – una virtù circolare ante litteram.

4. Dal salotto all’elettronica: l’asse con Richard Sapper e Brionvega

Se l’imbottito ridefinisce il comfort, l’incontro con Richard Sapper spalanca a Zanuso un altro campo: l’elettronica domestica. Per Brionvega i due progettano apparecchi portatili che sembrano piccoli totem del futuro. Il televisore Doney, tra i primi transistor in Europa, punta su volumi compatti e una maniglia integrata che invita a spostarlo da una stanza all’altra. L’Algol porta lo schermo inclinato verso l’alto, così lo guardi comodamente dal divano senza “forzare” la postura. La radio TS 502 – la celebre “Cubo” che si apre come una conchiglia – racconta un’idea quasi pedagogica del design: l’oggetto si svela, mostra i comandi uno a uno, invita a un rapporto più consapevole con la tecnologia. Non sono esercizi di stile: sono modi diversi per dire che la casa non è un museo degli apparati, ma un organismo vivente in cui le cose si spostano, si aprono, si chiudono, dialogano con noi.

5. Oggetti portatili, forme gentili: il telefono Grillo e la casa in movimento

L’idea di portabilità diventa ancora più radicale nel telefono da tavolo “Grillo”, progettato con Sapper a metà anni Sessanta: conchiglia pieghevole, cornetta e tastiera che si richiudono su se stesse, ingombro minimo quando non serve. È un gesto semplice, ma rivoluzionario per l’epoca: l’apparecchio, da oggetto ingombrante, diventa presenza discreta che si apre solo al momento del bisogno. Quel principio – ridurre lo spazio visivo, dare ordine ai fili, nascondere gli elementi superflui – tornerà a lungo nella progettazione di Zanuso, dagli arredi agli oggetti tecnici. È un design gentile che non cerca l’effetto, ma la buona educazione dell’oggetto: farsi da parte quando non serve, esserci con precisione quando richiesto.

6. Tavoli, plastiche e lamiera: il caso Lambda e altri esperimenti

Zanuso non è “solo” sedute e apparecchi. Con Gavina esplora la lamiera piegata e saldata come struttura portante di tavoli sottili ma robusti: il caso emblematico è il Lambda, dove la sezione a onda della base distribuisce i carichi e permette piani ampi con un minimo di materiale. Con Kartell sperimenta le plastiche stampate, aprendo la strada a sedute e complementi leggeri, impilabili, pensati per ambienti che cambiano funzione nel corso della giornata. La sfida è sempre la stessa: trovare l’equilibrio tra costo, performance e bellezza sobria, senza sacrificare la riparabilità o la chiarezza costruttiva.

7. Un metodo, non uno stile: ergonomia, produzione, durata

A definire l’identità di Zanuso non è un segno grafico riconoscibile a distanza, ma il modo in cui affronta i problemi. Lavora con i reparti tecnici delle aziende come un ingegnere, ma non perde mai di vista l’utente reale. Riduce i pezzi, semplifica gli assemblaggi, calibra la durezza delle schiume in base alla zona di contatto del corpo, sceglie curve che evitano punti di pressione su cosce e spalle. Restituisce così oggetti amichevoli, con una bellezza che emerge a distanza di anni – quando il tessuto non fa pieghe strane, quando il cuscino torna in forma dopo l’uso, quando la luce cade esattamente dove serve. È la “modernità tranquilla” che tiene nel tempo e non chiede di essere fotografata per esistere.

8. Come usarli oggi: esempi di interni con Lady, “Cubo” e Lambda

Una Lady in velluto color petrolio, accanto a una libreria in rovere naturale, crea un angolo lettura in cui il corpo scivola morbido ma sostenuto; la base sottile solleva il volume e lascia passare la luce, così anche gli spazi piccoli sembrano respirare. In un living contemporaneo, una radio TS 502 appoggiata su un consolle in metallo nero funziona come “pietra d’inciampo” narrativa: un oggetto che spezza la perfezione digitale con un sorriso analogico, e in più porta con sé una qualità sonora calda, piacevole per podcast e jazz.

Il tavolo Lambda con piano in vetro extra‐chiaro è perfetto per chi ama le stanze luminose: la base scultorea resta protagonista, ma la trasparenza mantiene leggerezza visiva; sopra, lampade a braccio (anche la Tizio, figlia di quella stessa stagione progettuale) dialogano con la sua vocazione tecnica. Il punto è evitare il “look museo”: meglio un pezzo forte ben messo che tre icone a caso. E lasciare sempre spazio attorno: la chiarezza formale di Zanuso merita aria.

9. Autenticità e valore: riconoscere le prime serie e comprare bene

Chi cerca una Lady d’epoca dovrebbe osservare alcuni dettagli: le etichette Arflex sotto la scocca – diverse a seconda degli anni – il tipo di imbottitura (le prime hanno schiume con densità non uniformi, poi migliorate), la qualità delle cuciture ai raggi di curvatura. Attenzione alla base: i piedini originali hanno terminali in gomma tornita e non in plastica stampata, e le saldature della struttura sono più pulite delle riedizioni economiche. Per la TS 502 il controllo è semplice: cerniere, maniglia, griglia del diffusore e la serigrafia dei comandi raccontano subito l’autenticità; i falsi spesso sbagliano proporzioni del logo o peso complessivo. Chi preferisce acquistare con garanzia trova in Deesup un alleato concreto: foto macro delle marchiature, schede con misure esatte, stato di conservazione reale e, quando disponibili, riferimenti a manuali o fatture d’epoca. È il modo più sereno per portarsi a casa un originale e, nel tempo, mantenerne il valore.

10. Collaborazioni e aziende: Arflex, Gavina, Kartell, Siemens, Artemide

Il percorso di Zanuso attraversa molte manifatture chiave del Novecento italiano. Con Arflex definisce un’idea di imbottito industriale che farà scuola. Con Gavina testa strutture in lamiera diventate archetipi. Con Kartell mette a punto arredi leggeri per case dinamiche e spazi di lavoro. Con Siemens/Italtel, insieme a Sapper, rende domestici apparecchi tecnici come il telefono pieghevole. Con Artemide e altri produttori di illuminazione contribuisce alla “cultura della luce” che renderà Milano una delle capitali del progetto. Questa rete di collaborazioni spiega perché i suoi oggetti vivano bene in contesti diversi: condividono una stessa etica produttiva, prima ancora che uno stile.

11. Una continuità di sguardo: il lavoro di Marco Zanuso jr.

La storia non si chiude con la generazione di Marco. Il lavoro di Marco Zanuso jr. – architetto e designer – raccoglie quell’attenzione per il rapporto tra industria e vita quotidiana, sperimentando con materiali e tecniche contemporanei. Non si tratta di “replicare” il passato, ma di proseguirne l’attitudine: progetti chiari, funzionali, spesso leggeri, che mettono al centro l’esperienza d’uso. Per chi arreda, è interessante vedere come alcune intuizioni storiche – sedute smontabili, componenti sostituibili, attenzione alle curve del corpo – tornino oggi come criteri di sostenibilità e manutenzione intelligente.

12. Conclusioni – La modernità tranquilla che invecchia bene

Guardare a Marco Zanuso oggi significa riscoprire una modernità che non ha bisogno di urlare per farsi notare. La sua lezione è tutta nella coerenza tra soluzione tecnica e forma, tra gesto quotidiano e durata. Una Lady che dopo decenni mantiene elasticità e bellezza, una radio che si apre come un libro, un tavolo che regge con leggerezza: sono oggetti che ci ricordano come il design migliore sia quello che sa entrare nella vita e restarci senza imporre la sua presenza. Per questo, quando scegli un pezzo di questa storia –che sia un’icona vintage scovata su Deesup o una riedizione ben fatta – non stai comprando solo un oggetto, ma un modo di abitare: una modernità tranquilla, precisa, affettuosa. Quella che ti accompagna ogni giorno e, col passare del tempo, ti restituisce più di quanto le hai chiesto.

Fonte immagine: ShopDecor – https://shopdecor.com/

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