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Ludwig Mies van der Rohe: l’arte della semplicità tra architettura e design

Posted on 24 Settembre 202524 Settembre 2025

Tra i protagonisti assoluti del Novecento, Ludwig Mies van der Rohe ha incarnato un’idea di architettura pura, essenziale, libera da decorazioni superflue. La sua celebre frase “less is more” sintetizza una filosofia che ha rivoluzionato edifici, interni e arredi. Dal Padiglione di Barcellona al Seagram Building di New York, dalle sedie iconiche alla direzione della Bauhaus, il suo percorso ha lasciato un segno indelebile. Ancora oggi le sue opere sono studiate, visitate e amate per la capacità di coniugare rigore tecnico e poesia dello spazio.

INDICE

  1. Mies van der Rohe: un maestro del Novecento
  2. Gli anni della formazione e i primi progetti
  3. L’approdo al Movimento Moderno
  4. Filosofia e significato di “less is more”
  5. Il Padiglione di Barcellona: un’opera-manifesto
  6. Le sedute iconiche: dalla Barcelona Chair alla MR
  7. La direzione della Bauhaus e l’eredità didattica
  8. Il Seagram Building e l’America del dopoguerra
  9. Altre opere chiave in Europa e negli Stati Uniti
  10. L’impatto sul design e sull’arredamento
  11. Critiche, attualità e riletture contemporanee
  12. Conclusioni – Perché Mies van der Rohe resta attuale

1. Mies van der Rohe: un maestro del Novecento

Ludwig Mies van der Rohe nasce ad Aquisgrana nel 1886. Figlio di un muratore, cresce osservando da vicino il lavoro artigianale, un bagaglio che lo accompagnerà sempre. A vent’anni si trasferisce a Berlino e inizia a lavorare negli studi di architettura, presto distinguendosi per il suo talento. Non proveniva da scuole prestigiose, ma da un’educazione pratica che lo rendeva pragmatico e concreto. Questa formazione si rifletterà nella sua idea di architettura come arte costruita, capace di esprimere attraverso i materiali e la precisione costruttiva un linguaggio universale.

Il suo percorso si sviluppa tra Europa e Stati Uniti, attraversando guerre, crisi e cambiamenti epocali. Mies diventa un simbolo del Moderno, portando avanti una visione che unisce rigore formale, innovazione tecnica e ricerca di bellezza essenziale.

2. Gli anni della formazione e i primi progetti

Mies inizia la sua carriera a Berlino, collaborando con Peter Behrens, uno degli architetti più influenti del primo Novecento. In quello studio, insieme a figure come Walter Gropius e Le Corbusier, respira un clima di sperimentazione che unisce arte, industria e architettura. Behrens, impegnato con l’azienda AEG, lo introduce al rapporto tra design e produzione seriale.

I primi progetti indipendenti di Mies sono ancora legati a un linguaggio classico, ma già rivelano la ricerca di proporzioni e semplicità. Negli anni Venti compie un’evoluzione decisiva: si avvicina al Movimento Moderno e inizia a sviluppare proposte radicali, come i grattacieli in vetro e acciaio che rimarranno sulla carta ma anticiperanno il futuro.

3. L’approdo al Movimento Moderno

Il contesto degli anni Venti vede il consolidarsi di una nuova architettura europea. Funzionalità, razionalità e uso innovativo dei materiali diventano centrali. Mies aderisce al Deutscher Werkbund, associazione che promuove il dialogo tra arte, industria e artigianato, e diventa presto un punto di riferimento del Moderno tedesco.

La sua architettura si distingue per la capacità di unire rigore e leggerezza. I volumi sono puri, le superfici ampie e trasparenti, le strutture ridotte all’essenziale. Mies non cerca l’effetto scenico, ma un’armonia basata su proporzioni perfette e uso sincero dei materiali. È in questi anni che si afferma come protagonista del Movimento Moderno, insieme a Le Corbusier, Gropius e altri maestri.

4. Filosofia e significato di “less is more”

La frase “less is more” è forse la più celebre eredità di Mies van der Rohe. Non è solo uno slogan, ma un principio progettuale che invita a ridurre, eliminare il superfluo, cercare la bellezza nell’essenziale.

Per Mies, l’architettura non deve essere decorata: la vera qualità sta nei materiali autentici, nella precisione costruttiva, nella chiarezza dello spazio. L’essenzialità diventa un atto di eleganza e di responsabilità. Non è un minimalismo fine a sé stesso, ma la ricerca di una forma pura che rispecchi la verità della costruzione.

Questo approccio ha influenzato non solo l’architettura, ma anche il design e l’arredo. Ancora oggi, il motto “less is more” è un riferimento per chi cerca ambienti sobri, armoniosi e senza tempo.

5. Il Padiglione di Barcellona: un’opera-manifesto

Tra le opere più celebri di Mies c’è il Padiglione tedesco realizzato per l’Esposizione Universale di Barcellona del 1929. Un edificio temporaneo che diventa manifesto di un nuovo linguaggio.

Il padiglione è una composizione di piani orizzontali e verticali, sostenuti da sottili colonne metalliche a croce. Le pareti non delimitano spazi chiusi, ma creano percorsi fluidi. I materiali sono ricercati: marmi pregiati, onice dorato, vetro e acciaio cromato. Il risultato è un ambiente che sembra sospeso, dove lo spazio scorre liberamente e la materia diventa protagonista.

Accanto al padiglione viene presentata la celebre sedia Barcelona, disegnata da Mies per accogliere i sovrani di Spagna: un complemento che diventerà icona del design moderno.

6. Le sedute iconiche: dalla Barcelona Chair alla MR

Il contributo di Mies al design non si limita all’architettura. Le sue sedute sono diventate simboli di eleganza e innovazione. La Barcelona Chair, con struttura in acciaio incrociato e cuscini in pelle, rappresenta la perfetta unione di funzionalità e lusso sobrio. Progettata nel 1929, è ancora oggi prodotta e ricercata.

Le sedie della serie MR, con il loro telaio in tubolare curvato, mostrano la capacità di sfruttare nuove tecnologie produttive. La cantilever chair, sospesa senza gambe posteriori, diventa un archetipo del design modernista.

Questi arredi non sono semplici oggetti, ma manifesti della filosofia miesiana: linee essenziali, materiali autentici, comfort senza fronzoli.

7. La direzione della Bauhaus e l’eredità didattica

Nel 1930 Mies viene nominato direttore della Bauhaus, la celebre scuola tedesca che aveva rivoluzionato il rapporto tra arte, design e industria. Sotto la sua guida, la scuola si sposta a Berlino e continua a sperimentare fino alla chiusura imposta dal regime nazista nel 1933.

Il contributo di Mies alla Bauhaus è importante: porta rigore metodologico e attenzione al dettaglio costruttivo, rafforzando il legame tra architettura e design. Molti studenti formatisi sotto di lui porteranno avanti le sue idee, diffondendole in tutto il mondo.

L’esperienza alla Bauhaus consolida Mies come figura di riferimento non solo per l’architettura, ma anche per la didattica del progetto, un’eredità che ancora oggi ispira università e scuole di design.

8. Il Seagram Building e l’America del dopoguerra

Con l’ascesa del nazismo, Mies lascia la Germania e si trasferisce negli Stati Uniti nel 1937. Diventa direttore del Dipartimento di Architettura del Illinois Institute of Technology a Chicago e inizia una nuova fase della sua carriera.

Tra i suoi progetti americani, il più celebre è il Seagram Building a New York (1958), realizzato con l’architetto Philip Johnson. È un grattacielo di 39 piani rivestito in vetro e bronzo, con una piazza antistante che diventa spazio pubblico. L’edificio rappresenta la quintessenza del Moderno: struttura chiara, facciata modulare, proporzioni eleganti.

Il Seagram Building ha segnato un modello per la costruzione dei grattacieli successivi, diventando un’icona della skyline newyorkese e dell’architettura internazionale.

9. Altre opere chiave in Europa e negli Stati Uniti

Oltre al Padiglione di Barcellona e al Seagram Building, Mies ha firmato numerose opere significative. Tra queste, la Villa Tugendhat a Brno (1930), esempio straordinario di residenza moderna, con interni aperti e materiali di pregio.

Negli Stati Uniti realizza il campus dell’Illinois Institute of Technology, con edifici come la Crown Hall, considerata una delle sue opere più pure e riuscite: un grande spazio aperto senza colonne interne, esempio di pianta libera applicata a una scuola di architettura.

Queste opere mostrano la coerenza e l’evoluzione del suo linguaggio, capace di adattarsi a contesti diversi senza perdere la forza originaria.

10. L’impatto sul design e sull’arredamento

L’influenza di Mies sul design va oltre le sue sedute iconiche. La sua filosofia ha plasmato l’idea di arredamento come parte integrante dell’architettura. Per lui non esisteva separazione: edifici e interni dovevano dialogare, condividere la stessa essenzialità.

Molti arredi moderni devono a Mies il loro linguaggio sobrio, basato su linee semplici, materiali di qualità e attenzione al comfort. Ancora oggi le sue sedute sono prodotte e apprezzate in tutto il mondo, spesso disponibili anche nel mercato second-hand, dove acquistare un pezzo autentico significa portare in casa un frammento di storia.

11. Critiche, attualità e riletture contemporanee

Come ogni maestro, anche Mies ha ricevuto critiche. Alcuni lo accusano di eccessiva freddezza, di aver promosso grattacieli uniformi che hanno reso anonime molte città. Tuttavia, il suo rigore e la sua coerenza sono ancora ammirati.

Oggi la sua eredità è riletta in chiave sostenibile: la trasparenza, la chiarezza spaziale e la riduzione del superfluo sono valori che si sposano con le sfide ambientali contemporanee. Architetti e designer continuano a citare Mies come riferimento, dimostrando la vitalità del suo pensiero.

12. Conclusioni – Perché Mies van der Rohe resta attuale

Ludwig Mies van der Rohe è stato un architetto e designer capace di lasciare un’impronta indelebile. Le sue opere – dal Padiglione di Barcellona al Seagram Building – raccontano la forza dell’essenzialità, mentre le sue sedute iconiche testimoniano la sua capacità di unire comfort e purezza formale.

La sua filosofia del “less is more” continua a ispirare chi cerca ambienti sobri e senza tempo. Scegliere un pezzo firmato Mies oggi significa non solo arredare, ma abbracciare una visione culturale che ha attraversato il secolo. Per chi desidera vivere questa esperienza in modo autentico e sostenibile, piattaforme come Deesup offrono l’opportunità di acquistare arredi iconici di Mies van der Rohe, garantiti e pronti a trovare nuova vita in case contemporanee.

Fonte immagine: ARCHIVEofOBJECTS – https://archiveofobjects.net/

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