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Le Corbusier: l’uomo che ha trasformato l’architettura in un manifesto sociale

Posted on 24 Settembre 202524 Settembre 2025

Architetto, urbanista, pittore, teorico e designer: Le Corbusier è stato una delle figure più influenti del XX secolo. La sua idea di casa come “macchina per abitare” e i suoi arredi – dalla Chaise Longue alle poltrone prodotte da Cassina – hanno ridefinito il concetto stesso di modernità. Le sue opere, dalla Villa Savoye alla cappella di Notre Dame du Haut, dal piccolo Cabanon al sistema proporzionale del Modulor, sono diventate pietre miliari della storia dell’architettura. Un percorso che ha segnato non solo l’urbanistica e il design, ma il nostro modo di vivere la casa e la città.

INDICE

  1. Dalle montagne svizzere alle capitali del mondo
  2. Gli anni della formazione e i primi viaggi
  3. Lo stile architettonico: principi e filosofia
  4. Le cinque regole del Moderno
  5. Villa Savoye: manifesto dell’abitare moderno
  6. Notre Dame du Haut: un’architettura spirituale e scultorea
  7. Il Cabanon: rifugio minimo e manifesto radicale
  8. Il Modulor: proporzioni, corpo umano e armonia
  9. Le Corbusier in Italia: rapporti, progetti e influenze
  10. Arredi iconici: dalla Chaise Longue a Cassina
  11. Critiche, eredità e riletture contemporanee
  12. Conclusioni – Perché Le Corbusier è ancora attuale

1. Dalle montagne svizzere alle capitali del mondo

Charles-Édouard Jeanneret-Gris, meglio conosciuto come Le Corbusier, nasce nel 1887 a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera. Fin da giovane si mostra attratto dalle arti applicate, dall’artigianato e dall’architettura, ma sarà soprattutto la sua straordinaria capacità di guardare al futuro a renderlo un protagonista assoluto della scena internazionale. Nel 1920 adotta lo pseudonimo “Le Corbusier”, segno di una rottura con le radici familiari e artigianali, per proiettarsi verso un’identità nuova, più vicina al linguaggio universale che avrebbe perseguito tutta la vita.

La sua carriera è impressionante per ampiezza e varietà: progetta ville, chiese, musei, complessi residenziali, ma anche arredi e piani urbanistici. Parallelamente scrive testi teorici che diventano veri e propri manifesti del Movimento Moderno. La sua figura è stata spesso discussa, talvolta criticata, ma nessuno mette in dubbio l’enorme influenza che ha avuto nel definire il volto delle città del XX secolo e il modo di intendere l’abitare contemporaneo.

2. Gli anni della formazione e i primi viaggi

La formazione di Le Corbusier è eclettica e cosmopolita. Cresciuto in un contesto artigianale – il padre era incisore di quadranti di orologi – frequenta la scuola d’arte della sua città, dove impara il disegno e le arti decorative. Giovanissimo, si appassiona all’architettura grazie all’influenza di Charles L’Eplattenier, che lo introduce al rapporto tra natura e costruzione.

I viaggi formativi sono decisivi: in Italia osserva i palazzi rinascimentali e l’armonia delle piazze; in Grecia studia l’Acropoli e la purezza delle proporzioni classiche; in Oriente rimane affascinato dall’essenzialità dei templi e dalla forza dei volumi semplici. In Germania conosce Peter Behrens, figura chiave del design industriale, e in Francia lavora con Auguste Perret, pioniere del cemento armato. Da ognuno assorbe una lezione diversa, che confluirà in una visione personale e originale.

Questa formazione multiforme lo prepara a diventare un architetto capace di unire tradizione e innovazione, tecnica e poesia, visione sociale e ricerca formale.

3. Lo stile architettonico: principi e filosofia

Quando si parla di stile architettonico di Le Corbusier, si fa riferimento a un linguaggio che unisce razionalità e universalità. I suoi edifici sono caratterizzati da volumi geometrici puri, superfici bianche, pilotis che sollevano le strutture da terra, finestre a nastro e interni aperti. Tutto nasce da un’idea di funzionalità: la casa è una macchina che deve rispondere ai bisogni dell’uomo moderno, offrendo luce, aria, spazio e ordine.

Il rigore del suo approccio non esclude la sensibilità artistica: Le Corbusier era anche pittore e scultore, e le sue architetture spesso nascono come quadri tridimensionali, composizioni spaziali in cui luce e materia dialogano. È proprio questa tensione tra razionalismo e poetica plastica a rendere unica la sua opera.

4. Le cinque regole del Moderno

Le Corbusier codifica la sua visione in cinque principi che diventeranno il manifesto del Movimento Moderno:

  1. Pilotis: colonne che sollevano l’edificio dal suolo, liberando lo spazio e creando continuità con l’ambiente circostante.
  2. Tetto giardino: la copertura diventa superficie utile, spazio verde e luogo di vita.
  3. Pianta libera: grazie al cemento armato, i muri interni non sono più portanti, permettendo flessibilità distributiva.
  4. Facciata libera: la pelle esterna non è più vincolata dalla struttura, aprendo possibilità compositive inedite.
  5. Finestre a nastro: aperture orizzontali che garantiscono luce naturale diffusa e continuità visiva con il paesaggio.

Questi principi sono applicati magistralmente in edifici come la Villa Savoye, ma influenzano anche l’urbanistica e l’interior design. Ancora oggi sono alla base di molti progetti contemporanei, segno della loro forza innovativa.

5. Villa Savoye: manifesto dell’abitare moderno

Tra le opere di Le Corbusier, la Villa Savoye è probabilmente la più celebre. Costruita tra il 1928 e il 1931 a Poissy, vicino Parigi, rappresenta la sintesi perfetta dei cinque principi. L’edificio si solleva su pilotis, i muri interni sono liberi, la facciata è indipendente, le finestre a nastro percorrono l’intero perimetro e il tetto diventa terrazza-giardino.

La Villa Savoye appare come una macchina sospesa nel paesaggio, progettata con un rigore quasi matematico ma al tempo stesso armoniosa e fluida. Gli spazi interni sono aperti e luminosi, pensati per rispondere ai ritmi della vita moderna. Ogni dettaglio, dall’arredo integrato alle rampe di collegamento, esprime l’idea di un’abitazione funzionale e razionale.

Visitata oggi, la villa trasmette ancora un senso di attualità sorprendente: le soluzioni spaziali e la pulizia delle forme sono diventate un modello che ha influenzato migliaia di architetti nel mondo.

6. Notre Dame du Haut: un’architettura spirituale e scultorea

Negli anni Cinquanta Le Corbusier rompe con il rigore geometrico delle sue prime opere e sorprende con la cappella di Notre Dame du Haut a Ronchamp. Costruita tra il 1950 e il 1955, è un edificio che abbandona la purezza delle linee rette per forme curve, spesse e quasi primordiali.

La cappella non è più una “macchina” funzionale, ma una scultura abitabile. Le pareti bianche e spesse accolgono piccole aperture che filtrano la luce in modo suggestivo, creando un’atmosfera spirituale intensa. Il tetto, con la sua forma irregolare e fluttuante, sembra galleggiare sopra le mura.

Notre Dame du Haut è la dimostrazione che Le Corbusier non fu mai dogmatico: seppe reinventarsi e sperimentare linguaggi diversi, anticipando il Brutalismo e aprendo nuove vie alla ricerca architettonica.

7. Il Cabanon: rifugio minimo e manifesto radicale

Nel 1952, a Cap Martin, Le Corbusier realizza il Cabanon, una piccola costruzione di legno di soli 16 metri quadrati. Questo rifugio, che l’architetto usava per trascorrere le vacanze, è un capolavoro di minimalismo e funzionalità. Ogni elemento, dalla disposizione interna ai mobili, è progettato secondo le proporzioni del Modulor.

Nonostante le dimensioni ridotte, il Cabanon contiene tutto ciò che serve: letto, tavolo, armadi, un piccolo spazio per il lavoro. È un microcosmo che anticipa i temi dell’abitare minimo, della sostenibilità e dell’uso consapevole delle risorse. Un’opera radicale che mostra come il genio di Le Corbusier fosse capace di esprimersi non solo nei grandi progetti urbani, ma anche in una semplice capanna.

8. Il Modulor: proporzioni, corpo umano e armonia

Uno degli strumenti teorici più celebri elaborati da Le Corbusier è il Modulor. Si tratta di un sistema di proporzioni basato sulle misure del corpo umano e sul numero aureo, concepito come linguaggio universale per l’architettura.

L’idea è semplice ma potente: usare le dimensioni del corpo per definire le altezze, le larghezze e le proporzioni degli spazi, in modo da garantire comfort e armonia. Dal Cabanon alle grandi opere di Le Corbusier, il Modulor è stato applicato come strumento pratico e filosofico al tempo stesso.

Oggi il Modulor viene ancora studiato nelle scuole di architettura, come esempio di come matematica, estetica e corpo umano possano dialogare per creare ambienti a misura d’uomo.

9. Le Corbusier in Italia: rapporti, progetti e influenze

Il rapporto tra Le Corbusier e l’Italia è intenso, anche se non ha lasciato numerose opere costruite sul nostro territorio. Già nei suoi viaggi giovanili rimane colpito dall’arte rinascimentale e dalle piazze italiane. Negli anni Trenta viene invitato a Bologna per presentare un piano urbanistico e partecipa a concorsi, senza però vedere realizzate le sue proposte.

La sua influenza è stata soprattutto culturale. Architetti come Giuseppe Terragni e Gio Ponti hanno reinterpretato i principi corbusiani nel contesto del Razionalismo italiano, adattandoli alla nostra tradizione. Si ricordano anche i progetti, mai realizzati, per l’Ospedale di Venezia.

Più che nelle costruzioni, la presenza di Le Corbusier in Italia si avverte nelle idee che hanno permeato il dibattito architettonico del Novecento, contaminando scuole, riviste e studi professionali.

10. Arredi iconici: dalla Chaise Longue a Cassina

Accanto all’architettura, Le Corbusier ha lasciato un’impronta fortissima anche nel design di interni. Con Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret progetta sedute che diventano icone del Novecento.

La Chaise Longue, progettata nel 1928, è un capolavoro di ergonomia e stile: regolabile, pensata per adattarsi alle curve del corpo, rappresenta un nuovo modo di intendere il relax. La poltrona LC2 e il divano LC3, con le loro forme geometriche essenziali, incarnano la purezza del Moderno applicata al comfort domestico.

Oggi questi arredi fanno parte della Collezione Maestri di Cassina, che ne custodisce la produzione con grande attenzione filologica. Acquistare una Chaise Longue o una LC2 significa portare in casa non un semplice mobile, ma un pezzo di storia del design. Nel mercato second-hand curato, questi oggetti sono ancora più preziosi, perché uniscono valore culturale, sostenibilità e autenticità.

11. Critiche, eredità e riletture contemporanee

Le Corbusier non è stato un personaggio privo di ombre. Alcuni dei suoi piani urbanistici, come quello per la Ville Radieuse, sono stati criticati per eccessivo razionalismo e per aver ispirato quartieri residenziali che hanno generato problemi sociali. La sua idea di città ordinata e funzionale è stata giudicata talvolta troppo astratta e distante dalla complessità della vita reale.

Nonostante queste critiche, la sua eredità resta immensa. I suoi edifici sono tutelati dall’UNESCO come patrimonio mondiale, i suoi arredi continuano a essere prodotti e amati, le sue teorie sono ancora discusse nelle università. Oggi molti architetti rileggono Le Corbusier in chiave contemporanea, valorizzando la sua attenzione al corpo, alla luce e alla funzione, e cercando di superare gli aspetti più rigidi della sua visione urbanistica.

12. Conclusioni – perché Le Corbusier è ancora attuale

Le Corbusier è stato un innovatore capace di cambiare il corso della storia dell’architettura e del design. Le sue opere – dalle ville razionali ai rifugi minimi, dalle cappelle scultoree ai complessi urbani – raccontano la ricerca di equilibrio tra funzione, estetica e misura umana. I suoi arredi, dalla Chaise Longue alle poltrone prodotte da Cassina, sono icone che continuano a vivere nelle case di tutto il mondo.

Il suo pensiero è ancora attuale perché mette l’uomo al centro: progettare significa creare spazi a misura di chi li vive. Scegliere un pezzo di Le Corbusier oggi significa portare in casa non solo un oggetto di design, ma una visione culturale che ha superato il tempo. Per chi vuole avvicinarsi al suo mondo con autenticità e attenzione alla sostenibilità, il marketplace Deesup rappresenta un punto di riferimento: qui è possibile scoprire e acquistare arredi iconici di Le Corbusier usati e certificati, dando nuova vita a oggetti che sono già storia del design.

Fonte immagine: NEMO LIGHTING – https://www.nemolighting.com/

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