Ci sono marchi che entrano in casa senza bussare, semplicemente perché hanno disegnato il nostro modo di abitare. Kartell ha fatto esattamente questo: ha dato alla plastica una dignità nuova – trasparente, colorata, colta – trasformando un materiale comune in una famiglia di oggetti che si usano davvero e invecchiano bene. In salotto come in cucina, in studio come all’aperto, i suoi pezzi funzionano perché nascono da una miscela efficace: tecnica precisa, ironia gentile, attenzione ai gesti quotidiani.
INDICE
- Un’azienda italiana con una visione internazionale
- Materiali e tecnologie: cosa c’è dentro un oggetto Kartell
- Sedute che hanno fatto scuola: trasparenze, silhouette e comfort
- Lampade e lampadari: dalla Bourgie alla tessitura “a rete” di Kabuki
- Tavolini, contenitori e piccole architetture domestiche
- Librerie flessibili e accessori intelligenti: Bookworm, orologi e portaombrelli
- Divani e imbottiti: quando la leggerezza diventa morbida
- Firme e collaborazioni: perché i prodotti “parlano” lingue diverse
- Arredare con Kartell: idee per living, cucina, zona notte e outdoor
- Guida alla pulizia e alla durata dei prodotti Kartell
- Kartell tra nuovo, fine serie e usato certificato
- Conclusioni – la leggerezza che dura nel tempo
1. Un’azienda italiana con una visione internazionale
Kartell nasce alla fine degli anni Quaranta nell’area milanese come impresa che crede nella modernità quotidiana. L’idea è semplice e rivoluzionaria insieme: portare nelle case oggetti in materiale plastico ben progettati, fabbricati con stampi industriali di precisione, capaci di costare il giusto e durare nel tempo. Il quartier generale è a sud di Milano, nel distretto dove manifattura e cultura del design hanno imparato a parlare la stessa lingua. La filiera è orgogliosamente italiana – progettazione, ricerca, produzione – ma la platea è globale. Il risultato? Un’azienda riconoscibile in tutto il mondo che continua a sperimentare senza tradire la propria identità.
2. Materiali e tecnologie: cosa c’è dentro un oggetto Kartell
Per capire perché una sedia trasparente non ingiallisce in pochi mesi o un cassetto scorre bene dopo anni, bisogna entrare in fabbrica con la mente. Qui si lavora con policarbonato di alta qualità per gli elementi trasparenti, PMMA quando serve una trasparenza “cristallina” e ABS o tecnopolimeri rinforzati per le parti strutturali. Le superfici possono essere lucide o satinate, tinta piena o trasparenti, con colorazioni in massa che resistono all’uso. Negli ultimi anni la ricerca ha spinto su polimeri riciclati e bio-based per alcune famiglie, mantenendo standard di resistenza e finitura.
La magia nasce nello stampaggio a iniezione: un oggetto complesso può uscire da uno stampo in un solo getto, già finito nelle proporzioni e nei dettagli. Quando invece serve scultura luminosa, ecco texture ottenute in stampo – reticoli, nervature, rilievi – che catturano la luce senza appesantire il disegno. È così che una lampada sembra ricamata e una sedia “solida” resta visivamente leggera.
3. Sedute che hanno fatto scuola: trasparenze, silhouette e comfort
Il catalogo delle sedie è un piccolo atlante di idee. Le prime trasparenti integrali hanno cambiato lo sguardo sui materiali: la stanza si apre, le quinte arretrano, il tavolo respira. È il caso della sedia in policarbonato con silhouette classica re-immaginata in chiave contemporanea – la riconosci subito perché è quasi “fantasma”: comodissima, sta bene con il legno quanto con il metallo.
Accanto a lei, una famiglia di sedute con schienale sagomato che rilegge tre archetipi moderni in un’unica linea fluida: perfetta attorno al tavolo, esiste anche in versione sgabello per l’isola della cucina. Se preferisci un profilo più tecnico, c’è la sedia di ispirazione Windsor reinterpretata in materiale plastico evoluto – classica nell’idea, attuale nelle proporzioni.
E poi c’è Piuma, che porta il nome del suo carattere: spessore ridottissimo, peso sorprendente, robustezza da esterno. Nasce da un tecnopolimero alleggerito con fibre che consente pareti sottili e una flessibilità controllata. È una lezione di ingegneria stampata: quando la tecnica lavora bene, l’eleganza arriva da sola.
4. Lampade e lampadari: dalla Bourgie alla tessitura “a rete” di Kabuki
Se c’è un oggetto che racconta bene l’idea di “lusso accessibile”, è Bourgie: base barocca a più piani e cappello plissettato, tutta in materiale plastico con finitura trasparente o metallizzata. Accesa, disegna un chiaroscuro caldo; spenta, è una piccola scultura domestica. Perfetta su una consolle in ingresso o come abat-jour importante. La Take è la sorella minore – stessa cultura del gesto, più compatta, ideale per comodini e nicchie. E poi Kabuki, il lampadario/terra con texture a rete ottenuta direttamente in stampo: sembra un pizzo, in realtà è un reticolo tecnico che diffonde la luce in modo uniforme. In una sala da pranzo su tavolo in legno o in un open space contemporaneo, crea quell’effetto “aria luminosa” che fa la differenza. Nel mondo delle luci portatili, una piccola nota di merito alla Battery: ricaricabile, con prisma che moltiplica riflessi, funziona benissimo su tavoli all’aperto e come luce di cortesia.
5. Tavolini, contenitori e piccole architetture domestiche
Qui Kartell dà il meglio nella scala dell’oggetto “amico”. I Componibili di Anna Castelli Ferrieri sono una storia italiana: cilindri sovrapponibili con sportellini scorrevoli che si infilano dappertutto – dal bagno alla camera da letto – e risolvono in bellezza il tema del contenere. Oggi esistono in molte finiture, anche in materiali di nuova generazione, senza tradire il disegno originale.
Tra i tavolini, TipTop è il jolly: base centrale trasparente e piano tondo in vari colori. Accanto a un divano, in coppia come comodini, o a fianco di una poltrona, porta leggerezza senza perdere praticità.
Il sistema Mobil su ruote – cassetti trasparenti o opachi, struttura leggera – è un classico per studio, bagno e cucina: scorrevole, modulare, sorprendentemente robusto. Anche l’Only Me (specchio con cornice sottile) e i vassoi Trays raccontano la stessa idea: geometria pulita, superfici oneste, uso quotidiano.
6. Librerie flessibili e accessori intelligenti: Bookworm, orologi e portaombrelli
La libreria Bookworm di Ron Arad ha portato il concetto di flessibilità in parete: una fascia continua che puoi curvare per costruire mensole a piacere. L’effetto è grafico e dinamico, ma soprattutto utile – i fermalibri quasi non servono. È perfetta in living come in studio, e con una striscia di luce calda sul soffitto diventa un segno architettonico.
Tra gli accessori senza tempo, il portaombrelli cilindrico – essenziale, resistente, subito riconoscibile – risolve l’ingresso con dignità. E per i dettagli che fanno sorridere: l’orologio da parete con cornice trasparente e quadrante pulito dà ritmo alla cucina o allo studio, mentre i centrotavola a rilievo (ciotole e vassoi con superfici prismatiche) lavorano bene su legno e pietra.
7. Divani e imbottiti: quando la leggerezza diventa morbida
Il progetto della seduta imbottita in casa Kartell è sempre un esercizio di equilibrio: struttura leggera – spesso in policarbonato o alluminio – e cuscini generosi. Il modulare Pop è l’esempio più chiaro: pochi elementi componibili, schienale trasparente e volumi morbidi vestiti da tessuti pratici. Nel living piccolo funziona perché non “ingombra visivamente”; in quello grande disegna isole di conversazione. Interessante anche l’approccio dei divanetti dalle linee morbide e grafiche, sviluppati con designer che amano mettere in dialogo imbottito e base lucida: il risultato è fresco, informale, facile da vivere.
8. Firme e collaborazioni: perché i prodotti “parlano” lingue diverse
La coerenza di Kartell sta nella varietà controllata. Philippe Starck ha scritto molte pagine – dalle sedie trasparenti alle famiglie con silhouette citazionali, dai tavolini ai piccoli accessori. Piero Lissoni ha portato precisione e leggerezza tecnica nelle sedute e nei sistemi imbottiti. Patricia Urquiola ha riletto archetipi classici con materiali contemporanei, mentre Antonio Citterio ha firmato contenitori e arredi operativi di grande efficienza. Vico Magistretti ha messo a fuoco l’idea di sedia “buona per tutto”, e Anna Castelli Ferrieri resta il riferimento per il tema del contenere. Con Ron Arad la libreria è diventata gesto elastico; con Ettore Sottsass il colore ha incontrato nuove superfici; con Achille Castiglioni il dialogo è stato soprattutto culturale – l’equilibrio tra ironia e intelligenza progettuale che ha fatto scuola.
9. Arredare con Kartell: idee per living, cucina, zona notte e outdoor
Il modo migliore per inserire Kartell in casa è puntare sulla leggerezza. In un living con pavimenti scuri e pareti chiare, le sedie trasparenti attorno a un tavolo in rovere liberano lo spazio visivo e fanno respirare la stanza. Per un tocco più deciso, puoi scegliere sedie dalle tre silhouette in colori pieni come grigio tortora, senape o blu profondo, mantenendo neutro il resto dell’ambiente.
In camera da letto, un Componibile in finitura morbida vicino al letto può sostituire il comodino e nascondere libri o caricabatterie; sopra, posiziona una lampada Take o una piccola luce ricaricabile. In cucina, gli sgabelli con profilo tondeggiante si abbinano perfettamente a isole in pietra o quarzite, ricordando di calibrare l’altezza della seduta tra 65 e 75 cm a seconda del piano.
Le lampade richiedono il giusto contesto: Bourgie ha bisogno di un piano libero con 30–50 cm di spazio intorno per valorizzare le ombre, mentre Kabuki rende al meglio su tavoli da 160–220 cm o in un angolo lettura con poltrona morbida e tappeto a trama larga.
All’esterno, sedute leggere in tecnopolimero pigmentato sono ideali su terrazze e portici; abbinale a cuscini in tessuti da esterno e sfrutta luci portatili per creare profondità. La regola d’oro rimane sempre la stessa: pochi pezzi ben posizionati, senza accumuli.
Tre palette pronte all’uso
- Avorio, rovere naturale, accenti trasparenti – per interni luminosi e rilassati.
- Grigio caldo, pietra serena, blu profondo – per salotti con carattere.
- Bianco caldo, cemento chiaro, verde salvia – per cucine contemporanee e serene.
10. Guida alla pulizia e alla durata dei prodotti Kartell
Per pulire la plastica, utilizza un panno morbido in microfibra con acqua tiepida e sapone neutro. Evita alcool, ammoniaca, solventi o detergenti abrasivi, che possono opacizzare o rovinare la superficie. Dopo il lavaggio, asciuga sempre le parti trasparenti per evitare aloni. I piccoli graffi superficiali possono essere attenuati con polish specifici per plastiche e dischi morbidi, evitando spugne abrasive.
Per le lampade, spegnile e lasciale raffreddare prima della pulizia. Spolvera con un piumino antistatico e passa un panno umido con detergente neutro, evitando spray per vetri contenenti alcool, in particolare su policarbonato e PMMA.
Se le sedie trasparenti presentano aloni, tienile lontane da fonti di calore diretto e dalla luce solare intensa. Proteggi i piedi con feltrini e pulisci il pavimento con detergenti delicati per prevenire reazioni superficiali.
11. Kartell tra nuovo, fine serie e usato certificato
Per ottimizzare budget e qualità, ci sono tre soluzioni principali. La prima è scegliere i prodotti evergreen a catalogo: sedie, lampade e contenitori che da anni dimostrano affidabilità e resistenza stilistica.
La seconda è rivolgersi all’outlet ufficiale, ideale per fine serie, colori fuori gamma o pezzi da esposizione, dove i controlli rimangono accurati ma il prezzo è più conveniente.
La terza, spesso la scelta più intelligente, è il second hand certificato: su Deesup trovi selezioni di sedie, tavolini, lampade e accessori Kartell con foto dettagliate delle finiture, misure reali, stato di conservazione e verifiche di originalità. È il modo migliore per portare a casa un’icona, allungarne il ciclo di vita e scegliere in modo sostenibile.
Un ulteriore vantaggio: il design di qualità mantiene il suo valore nel tempo, soprattutto se conservato correttamente e accompagnato da documentazione originale.
12. Conclusioni – la leggerezza che dura nel tempo
L’insegnamento di Kartell è chiaro: l’innovazione non sta nel fare rumore, ma nel semplificare la vita con oggetti onesti, ben disegnati, capaci di far entrare più luce e meno ingombro nelle stanze. Che tu scelga una sedia trasparente, una lampada “ricamata”, un contenitore cilindrico o una libreria flessibile, l’effetto è sempre lo stesso – la casa respira, l’occhio si riposa, i gesti diventano più fluidi. E quando questi pezzi portano con sé una storia – magari perché li hai trovati nell’usato certificato su Deesup – la bellezza raddoppia: è sostenibile, accessibile,, personale. È la prova che la plastica, quando è ben progettata e curata, sa essere leggera e colta insieme. Ed è per questo che Kartell continua a parlarci al presente: perché racconta la nostra quotidianità con rispetto, una linea pulita alla volta.
Fonte immagine: Kartell Sito Ufficiale – https://www.kartell.com/