70 anni e non sentirli: la Kartell, brand icona del design made in Italy, diventa “adulta”, senza rinunciare al suo spirito libero, creativo e innovatore.
A Milano, dal 10 aprile al 12 maggio, l’azienda celebra il suo compleanno con una mostra a Palazzo Reale – “The Art Side of Kartell” – per raccontare il suo rapporto con il mondo dell’arte.
La nascita 1949
Correva l’anno 1949, il Paese era da poco uscito dalla guerra, bisognava rialzarsi dalle macerie, ricostruire, inventare un nuovo futuro. Siamo agli albori del design, un’epoca di straordinaria creatività, segnata dall’emergere di grandi architetti e di nuovi materiali, in primis la plastica.
Giulio Castelli, giovane ingegnere chimico, curioso e sperimentatore per vocazione, ha un sogno: portare l’industria nelle case degli italiani. Nasce la Kartell.
La giovinezza: dagli anni ’50 agli anni ‘80
Un portasci di gomma. È lui, il K101, il primo prodotto firmato Kartell. Nel 1953 nasce la divisione Casalinghi: lo scolapiatti, lo spremilimoni, la tinozza, il secchio con coperchio (Compasso d’Oro), il primo seggiolone al mondo smontabile per bambini (Compasso d’Oro). L’utile diventa bello e accessibile, grazie alla plastica.
Negli anni ’60 arrivano i mobili “Componibili” e Modulari: un’innovazione che risponde alle esigenze dei nuovi consumatori, che chiedono praticità, leggerezza e informalità.
La Kartell entra nelle nostre case e le rivoluziona: nel 1979 l’Azienda viene insignita del Compasso d’Oro per la sua “costante ricerca ed immagine evolutiva”.
La maturità: dagli anni ’80 ad oggi
Gli anni ’80 – decennio segnato dal lusso e dall’eccesso – segnano un momento di crisi per l’azienda. Il mercato chiede il pezzo unico, ma la Kartell non intende rinunciare al suo spirito industriale e rimane fedele a sé stessa: i prodotti devono essere longevi, devono avere il giusto rapporto qualità prezzo e devono portare innovazione. La fedeltà premia.
Nel 1988 entra nella scuderia Kartell Philipp Starck, che dà vita alla sedia Dr. Globe: il materiale plastico acquista lo status di lusso democratico. Seguirà, nel 2001, la Louise Ghost, la più conosciuta, venduta e copiata sedia di design al mondo.
L’innovazione non conosce freni: tra i pezzi cult il Bubble Club, il primo divano ottenuto con una lavorazione 100% industriale, Invisible Table, il primo tavolo trasparente in monoblocco plastico stampato ad iniezione, Uncle Jack, il più grande prodotto d’arredo mai realizzato in policarbonato trasparente in unico stampo a iniezione.
Nel 2008 si apre la divisione Moda, dedicata agli accessori.
Le firme
Kartell non sarebbe diventata icona senza la sua componente creativa. Hanno lavorato e lavorano per l’azienda designer del calibro di Philippe Starck, Alberto Meda, Ferruccio Laviani, Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Marco Zanuso, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Antonio Citterio, Ron Arad, Vico Magistretti, Piero Lissoni, Patricia Urquiola.
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