Alla Triennale di Milano c’è una nuova installazione permanente, unica nel suo genere. Si tratta della ricostruzione di casa Lana, progettata a metà degli anni ’60 da Ettore Sottsass per il suo amico stampatore e tipografo Giovanni Lana. L’appartamento è stato conservato perfettamente, come se il tempo tra quelle mura in via Cola di Rienzo a Milano si fosse fermato. Dopo la morte di Giovanni, nel 2019 la figlia Donatella ha voluto donare alla Triennale il nucleo centrale della casa, dando perciò a tutti la possibilità di scoprire in prima persona il mondo di Sottsass, ma anche l’atmosfera e lo spirito che permeava il design di quegli anni.
D’altronde, per capire e apprezzare davvero il lavoro di un architetto o di un designer è necessario visitare le case che ha progettato. Questo purtroppo però non è sempre possibile: le residenze private e restano private, celando come si fa con un tesoro prezioso, l’idea di casa del suo autore. Certo, fotografie e video documentano il lavoro, ma niente rende l’idea come attraversare quelle stanze, osservare quei muri vivi e vissuti. La Triennale ha reso possibile questa esperienza speciale grazie a un lavoro coordinato di restauro e conservazione, rendendo casa Lana un’installazione permanente, aperta al pubblico dal 3 dicembre 2021.
Casa Lana, ovvero il modo di vivere secondo Ettore Sottsass
L’architetto Luca Cipelletti ha curato e coordinato l’allestimento, mentre l’art direction del progetto è stata di Christoph Radl. Entrambi si sono avvalsi della fondamentale collaborazione dello Studio Sottsass e di Barbara Radice, vedova di Sottsass. A smontare e rimontare casa Lana è stata invece la restauratrice Alessandra Vannini con il laboratorio di restauro di Triennale Milano. Il team ha lavorato con grande attenzione per smontare ogni pezzo, ripulirlo, sistemarlo e rimontarlo. Un processo che ha fatto comprendere ogni dettaglio del geniale progetto originale, dove tutto è nascosto e camuffato per essere bello e funzionale. L’appartamento non era particolarmente spazioso, ogni cosa è stata progettato per sfruttare ogni centimetro a disposizione, mantenendosi fedele alla filosofia di Sottsass.
Infatti, il salotto centrale è concepito come una sorta di piazzetta, come spiegò lui stesso in un articolo per Domus del 1967 dal titolo Una stanza nella stanza.
Uno ha sempre l’idea totale della sua vita perché tutto è lì, su una piazzetta nella quale si gira e ci si incontra.
Si tratta del nucleo dove si svolgono quasi tutte le attività e intorno alla quale si sviluppano le altre stanze. Nei 62 metri quadri di questo ambiente troviamo ingresso, soggiorno, studio, corridoio e la sala da pranzo. La forma cubica della zona centrale crea una sorta di protezione al cuore dell’intimità, ma non è inaccessibile. Grazie alle grate presenti in alcuni pannelli, non ci sono veri e propri confini e tutto è connesso. Mensole, ante e scomparti, infine, rivelano la natura assolutamente pratica del progetto, che però non dimentica i dettagli decorativi né gli arredi di qualità. Come i divani Califfo di Poltronova, disegnati sempre da Sottsass nel ’64, che sono stati rifoderati poiché consumati, ritornando al loro splendore originale.
La Triennale omaggia Sottsass con tre mostre
Casa Lana è un’installazione davvero speciale. Arricchisce un’istituzione come la Triennale, ma anche tutti noi, che possiamo immergerci in un design fatto di poetica ed etica, di arte e di umanesimo. E per approfondire ancora di più il mondo di Ettore Sottstass, fino al 10 aprile 2022 sarà in programma la mostra Ettore Sottsass. Struttura e colore, alla quale ne seguiranno altre due: Ettore Sottsass. Il calcolo ed Ettore Sottsass. La parola, tutte in collaborazione con lo Studio Sottsass. Questo ciclo di tre mostre vuole analizzare ogni aspetto della produzione del grande Maestro, mantenendo come punto di partenza l’esperienza emotivamente coinvolgente della visita a casa Lana. Che ora sarà per sempre di tutti.