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Il camino moderno come architettura domestica: come integrarlo in soggiorno, cucina e camera

Posted on 29 Dicembre 202529 Dicembre 2025

Il camino è uno dei pochi elementi domestici capaci di trasformare un interno senza cambiare mobili o colori: modifica la luce, il ritmo della stanza, il modo in cui ci si ferma e ci si parla. Nel progetto contemporaneo, però, non è più soltanto “il punto caldo” del salotto: è un tema architettonico, fatto di proporzioni, dettagli tecnici, materiali e relazioni con il resto della casa. Quando è pensato bene, non sembra aggiunto – sembra inevitabile.

INDICE

  1. Quando il fuoco diventa composizione: il camino come centro domestico
  2. Tipologie oggi: legna, pellet, gas, bioetanolo, elettrico
  3. Inserirlo in una casa esistente: vincoli, canne fumarie e buon senso tecnico
  4. Camino per soggiorno: posizioni, prospettive e gerarchie visive
  5. Materiali e finiture: dal “monolite” all’integrazione silenziosa
  6. Soggiorno aperto con camino: come usarlo per definire zone e atmosfere
  7. Caminetto in salotto: dialogo con divani, TV, tappeti e librerie
  8. Camino in cucina: tra convivialità, ventilazione e materiali da lavoro
  9. Camino in camera: comfort, sicurezza e alternative credibili
  10. Dettagli invisibili che cambiano tutto: aria, calore, vetri, rumore
  11. Uso e manutenzione: come farlo durare e vivere bene nel quotidiano
  12. Il camino come racconto d’interni: pezzi, luce e scelte a misura di casa

1. Quando il fuoco diventa composizione: il camino come centro domestico

In un interno contemporaneo, il camino funziona quando smette di essere un “oggetto” e diventa una regola di composizione. Non è solo una fonte di calore o un elemento decorativo: è un punto di gravità. Attira lo sguardo, ordina i volumi attorno, suggerisce un orientamento alle sedute, introduce un tempo diverso nell’ambiente. Anche spento, resta una presenza: un vuoto significativo, una nicchia, una linea orizzontale che definisce la parete.

Questo è il primo passaggio progettuale: decidere se il camino deve essere protagonista o parte dell’architettura. Un protagonista richiede spazio visivo e gerarchia: una parete dedicata, un arredo che non gli faccia concorrenza, proporzioni capaci di reggere la stanza. Un camino “integrato”, invece, lavora per sottrazione: spesso è una fessura, un taglio, una fascia, con finiture che proseguono sulla parete e lo rendono quasi un dettaglio architettonico. Entrambe le strade sono legittime, ma producono case molto diverse.

C’è poi un aspetto più sottile: il fuoco è movimento e suono, quindi cambia la percezione di uno spazio minimale. In un living essenziale, la fiamma introduce una variazione continua che rende l’ambiente meno statico. In una casa più ricca di oggetti, invece, il camino può diventare un punto di tregua, un luogo “vuoto” che ordina il resto.

2. Tipologie oggi: legna, pellet, gas, bioetanolo, elettrico

Il camino moderno non coincide con un’unica tecnologia. Oggi la scelta è spesso il risultato di un equilibrio tra esperienza desiderata, vincoli dell’edificio, gestione quotidiana e aspettative sul calore.

Il camino a legna resta quello più legato al rito: accensione, legna, odore, suono. Richiede però spazio per lo stoccaggio, una gestione attenta della pulizia e, soprattutto, condizioni tecniche adeguate per evacuazione dei fumi e aerazione. È una scelta che tende a premiare chi vive il fuoco come abitudine, non come evento occasionale.

Il pellet porta un’idea di regolarità: alimentazione più controllabile, autonomia, gestione del calore spesso più prevedibile. In cambio, introduce componenti meccaniche e quindi possibili rumori e manutenzioni specifiche. È utile ragionare non solo sul “se scalda”, ma su dove lo metti: in un soggiorno silenzioso, una componente sonora può diventare fastidiosa.

Il gas e l’elettrico (dove sono possibili e coerenti col contesto) spostano il tema sull’immediatezza: fiamma e atmosfera, con un gesto. L’elettrico, in particolare, è spesso scelto quando l’obiettivo principale è l’immagine e la luce, più che il riscaldamento. Il bioetanolo, invece, si colloca a metà: fiamma reale, installazioni spesso più flessibili, ma con attenzioni importanti su aerazione e uso consapevole. In ogni caso, la tecnologia non è un dettaglio “nascosto”: cambia la forma, la profondità dell’elemento, il modo in cui lo si integra a parete o in un volume.

Un criterio semplice aiuta a scegliere: chiedersi se il camino è un dispositivo di calore, un dispositivo di atmosfera o un dispositivo narrativo che fa entrambe le cose. La risposta orienta quasi tutto il resto: dimensione del focolare, posizione, materiali circostanti, relazione con sedute e percorsi.

3. Inserirlo in una casa esistente: vincoli, canne fumarie e buon senso tecnico

Integrare un camino in un’abitazione già costruita significa partire dai vincoli, non dall’estetica. La presenza o meno di una canna fumaria, la possibilità di crearne una, le distanze da elementi sensibili, la ventilazione del locale e le caratteristiche dell’edificio sono fattori determinanti. Anche quando si sceglie una soluzione non tradizionale, resta fondamentale valutare impianti, materiali e sicurezza con un tecnico abilitato: un camino non è un mobile, è un dispositivo che interagisce con aria e calore.

Dal punto di vista progettuale, i vincoli possono diventare opportunità. Una canna fumaria esistente suggerisce spesso una parete “naturale” per la collocazione. Un volume tecnico può essere trasformato in quinta architettonica, con una nicchia per la legna o un sistema di contenimento integrato. In alcuni casi, la scelta migliore non è “portare il camino dove lo vorrei”, ma costruire un ambiente coerente attorno al punto in cui può stare bene.

Quando lo spazio è limitato, conviene evitare soluzioni troppo profonde o con grandi cornici: un camino contemporaneo spesso funziona meglio come elemento piatto, lineare, con una presenza orizzontale che non ruba metri. E se l’obiettivo è soprattutto percettivo, può avere più senso lavorare su un focolare compatto ben posizionato, piuttosto che forzare dimensioni fuori scala che rendono la stanza più stretta e meno vivibile.

4. Camino per soggiorno: posizioni, prospettive e gerarchie visive

In soggiorno, la posizione del camino decide come si usa la stanza. La collocazione più classica è sulla parete principale, ma “principale” non significa necessariamente “di fronte alla porta”: significa la parete che regge lo sguardo e organizza i volumi. In un living contemporaneo, spesso questa parete coincide con la parete attrezzata o con il fondale del divano.

Tre impostazioni ricorrenti:

  • Camino come asse orizzontale basso: focolare lineare, vicino al pavimento, che allunga la parete e lavora bene con volumi bassi e contemporanei.
  • Camino come punto verticale: focolare più compatto, inserito in un volume che sale e diventa pilastro visivo; funziona quando la stanza ha altezza importante o quando serve un contrappeso architettonico.
  • Camino bifacciale o passante: utile per separare senza chiudere, soprattutto tra soggiorno e zona pranzo o tra living e studio. Qui il camino diventa una soglia abitata: non decora, struttura.

La distanza tra camino e sedute è cruciale. Se è troppo vicino, diventa ingombrante e “invade” la conversazione; se è troppo lontano, perde la sua funzione di attrattore e resta un quadro appeso alla parete. L’obiettivo non è stare incollati al fuoco, ma percepirlo come centro: un elemento presente nel campo visivo, senza che domini l’uso quotidiano.

5. Materiali e finiture: dal “monolite” all’integrazione silenziosa

La materia del rivestimento è ciò che trasforma un camino in architettura domestica. In molti progetti contemporanei si lavora su due direzioni opposte: il camino come monolite oppure il camino che scompare nella parete.

Il monolite è un volume materico: pietra, marmo, ceramica a grande formato, cemento, intonaco modellato. Funziona quando si vuole dare densità a un interno minimale, oppure quando la casa ha bisogno di un fulcro forte che tenga insieme elementi diversi. In questo caso, la superficie deve reggere la vicinanza: si vedranno giunti, angoli, texture. Meglio poche superfici ben risolte che un collage di materiali.

L’integrazione silenziosa, invece, lavora su continuità: stesso intonaco della parete, stesso colore, dettagli sottili. Il camino si legge come taglio, come luce. È una scelta efficace in soggiorni contemporanei molto puliti, dove l’architettura viene prima dell’oggetto. Richiede però grande cura nei dettagli: allineamenti, fughe, cornici minime, proporzioni corrette. Più “sparisce”, più ogni errore si vede.

Accanto ai rivestimenti, contano gli elementi che spesso si dimenticano: piani d’appoggio, basamenti, nicchie laterali, contenitori per legna o accessori. Anche qui il progetto è più convincente quando questi elementi non sembrano aggiunti dopo. Una nicchia ben proporzionata, per esempio, può sostituire un mobile e rendere il camino parte dell’organizzazione della casa.

6. Soggiorno aperto con camino: come usarlo per definire zone e atmosfere

Negli open space il camino può diventare un dispositivo di zoning. Non tanto perché “divide”, ma perché crea un punto di orientamento: attorno a lui si definisce una zona di sosta, mentre altrove si collocano pranzo, cucina, passaggi.

In un soggiorno aperto, una delle sfide è evitare che tutto suoni uguale: stesso pavimento, stesso soffitto, stessi colori. Il camino, se progettato bene, introduce una differenza materica e luminosa che aiuta a distinguere le funzioni senza bisogno di muri. Un focolare passante tra living e pranzo, per esempio, costruisce due stanze nello stesso volume: da un lato conversazione e relax, dall’altro convivialità e tavolo.

C’è anche un tema di atmosfera: il fuoco lavora con la luce bassa e calda. In un open space, questo suggerisce un’illuminazione stratificata: luce generale morbida, luci d’accento su pareti e librerie, e una zona camino con intensità più contenuta. Se la luce generale è troppo forte, la fiamma perde presenza e l’effetto “architettura domestica” svanisce.

Infine, l’acustica. Open space con superfici dure amplificano rumori e rimbombi. Un camino con rivestimenti materici può contribuire a spezzare riflessioni, ma il vero equilibrio arriva con tessili e arredi: tappeti, tende, imbottiti. Il camino, in questo contesto, diventa un punto che “giustifica” un tappeto importante e un’area di sedute più raccolta.

7. Caminetto in salotto: dialogo con divani, TV, tappeti e librerie

Quando si parla di caminetto in salotto, la domanda pratica è spesso: dove metto la TV? È un tema concreto perché entrambi, camino e schermo, competono come centro visivo. La soluzione più coerente dipende dal ruolo che vuoi dare alla stanza.

Se il camino è il centro simbolico, la TV dovrebbe essere decentrata o integrata in modo discreto, evitando di piazzarla sopra la fiamma come fosse una mensola. In alcuni contesti si può lavorare su pareti separate: camino su una parete, TV su un’altra, divano che media tra i due. In altri, si sceglie una parete attrezzata in cui il camino diventa un elemento del sistema, con la TV inserita ma non dominante, magari con pannellature o quinte che riducono l’effetto “tutto in una linea”.

Il rapporto con i divani è altrettanto importante. Un divano frontale al camino crea una scena classica e funziona bene se lo spazio lo consente. In stanze più piccole, però, la soluzione migliore è spesso un divano leggermente ruotato o una composizione a L che abbraccia l’area camino senza chiuderla. Aggiungere una o due sedute leggere – una poltrona girevole, una sedia lounge – aiuta a rendere la zona più flessibile: non un set fisso, ma un sistema che si adatta a momenti diversi.

Il tappeto è un alleato quasi obbligato: definisce l’area e porta comfort. Anche qui, le proporzioni contano: un tappeto troppo piccolo fa sembrare tutto provvisorio; uno adeguato lega camino, tavolino e sedute in un unico campo. La libreria, infine, può essere un contrappeso: se il camino è un volume pieno, una parete di libri e oggetti crea un’altra densità, meno materica e più narrativa. È un dialogo che rende il salotto più “abitato” e meno scenografico.

8. Camino in cucina: tra convivialità, ventilazione e materiali da lavoro

Integrare un camino in cucina è un’idea affascinante perché riporta il fuoco al suo ruolo originario: cucinare, scaldare, riunire. Ma, in una casa contemporanea, la cucina è anche un ambiente tecnico, con odori, vapore, superfici da pulire. Per questo serve un progetto più attento rispetto al soggiorno.

La prima decisione è: il camino in cucina deve essere funzionale alla cottura (in stile focolare, stufa-cucina, soluzioni specifiche) oppure deve essere un elemento di atmosfera in una cucina abitata e conviviale. Nel secondo caso, è spesso più sensato scegliere un focolare chiuso, con vetro, più controllabile e meno invasivo dal punto di vista di fumi e pulizia.

La ventilazione diventa centrale. Cucina e camino sommano due fonti di aria e di odori: se il ricambio non è corretto, lo spazio può diventare scomodo. Anche la posizione conta: accanto a piani di lavoro e materiali delicati, il calore e la fuliggine (nelle soluzioni a legna) possono creare manutenzioni extra. In molti casi, il punto più convincente è vicino alla zona pranzo della cucina, dove il camino accompagna la convivialità più che la preparazione.

Sul piano materico, la cucina richiede finiture resistenti: pietra, ceramica, intonaci tecnici adeguati, metalli. Se il progetto lavora su legni e laccati, il camino deve essere “separato” con dettagli corretti e distanze adeguate. Il risultato migliore è quando il camino sembra nato con la cucina: una nicchia che prosegue il ritmo delle colonne, un volume che si allinea con l’isola, un basamento che diventa anche piano d’appoggio per sedute o legna.

9. Camino in camera: comfort, sicurezza e alternative credibili

In camera da letto il camino cambia significato: non è più centro sociale, ma dispositivo di quiete. Il fuoco qui non deve dominare, deve accompagnare. Per questo le soluzioni più riuscite sono spesso sobrie: focolari lineari, fiamme contenute, integrazioni pulite sulla parete di fronte al letto o su una parete laterale che non interferisce con armadi e passaggi.

La camera impone attenzioni specifiche: ventilazione, gestione del calore, sicurezza e abitudini d’uso. Il rischio più comune è progettare una scena molto bella ma poco vivibile: un camino troppo vicino a tessili e tende, un calore troppo diretto, una posizione che costringe a scelte scomode sull’arredo. Qui la scala deve essere più misurata rispetto al living.

Le alternative diventano interessanti quando la casa non permette interventi tradizionali. In molte camere contemporanee si cercano fiamme “di atmosfera” con soluzioni che riducono complessità impiantistiche. In questo caso, ciò che fa la differenza non è il tipo di fiamma, ma l’integrazione architettonica: una parete ben disegnata, un basamento che diventa mensola, una luce indiretta che lavora insieme al fuoco. La camera, più di altri ambienti, premia il progetto silenzioso: poche cose, ma precise.

10. Dettagli invisibili che cambiano tutto: aria, calore, vetri, rumore

Il camino moderno funziona quando la parte invisibile è progettata con la stessa cura della parte visibile. Ci sono dettagli che non si notano nelle foto, ma che determinano il comfort.

L’aria: un camino consuma ossigeno e muove flussi. Se il ricambio è insufficiente, si percepiscono disagi e l’uso diventa sporadico. Il calore: non basta “scaldare”, serve distribuire in modo sensato. Un focolare che concentra tutto in un punto crea stanze con zone troppo calde e zone fredde. I vetri: la qualità della chiusura e la pulizia del vetro cambiano la percezione quotidiana; un vetro che si sporca subito rende il camino un oggetto che si evita, non un piacere.

Anche il rumore conta. Alcune soluzioni includono ventilazioni forzate o componenti meccaniche: in un soggiorno tranquillo o in camera possono diventare un fastidio. Prima di scegliere, vale la pena ragionare su come si vive la casa: se il camino è acceso durante una cena, un lieve rumore è irrilevante; se è acceso mentre leggi o lavori, cambia tutto.

Infine, i dettagli di contorno: prese, comandi, bocchette, griglie. Un camino contemporaneo perde credibilità quando questi elementi sono “appiccicati” senza disegno. Integrarli in un ritmo, nasconderli in una fuga, allinearli con le geometrie: sono scelte piccole che fanno sembrare il progetto più architettonico e meno impiantistico.

11. Uso e manutenzione: come farlo durare e vivere bene nel quotidiano

Il rapporto con un camino non è solo estetico: è una routine. Se la routine è troppo complessa, il camino diventa un oggetto che resta spento. Per questo il progetto dovrebbe anticipare l’uso reale.

Serve spazio per ciò che accompagna il fuoco: legna, attrezzi, contenitori, protezioni. Non necessariamente a vista, ma in un luogo comodo. Serve pensare alla pulizia: dove si appoggiano attrezzi, dove si gestiscono cenere e residui, come si pulisce il vetro senza trasformare l’operazione in un piccolo cantiere. Anche il pavimento attorno al camino conta: materiali facili da pulire e resistenti a piccole cadute di brace (nelle soluzioni tradizionali) rendono l’esperienza più tranquilla.

C’è poi un tema spesso trascurato: la qualità dell’aria interna. Qualunque dispositivo che brucia o scalda influenza l’ambiente. Avere un ricambio corretto, non eccedere con combustibili impropri, usare il camino con buon senso sono aspetti che incidono sul comfort. Detto in modo semplice: un camino ben progettato è quello che si usa senza ansia, perché è stato pensato per la vita quotidiana e non solo per l’effetto serale.

12. Il camino come racconto d’interni: pezzi, luce e scelte a misura di casa

Quando lo spazio smette di essere solo funzione e diventa narrazione, il camino è uno degli elementi più potenti perché introduce un tempo e un gesto. Ma la narrazione non nasce dalla fiamma in sé: nasce da ciò che costruisci attorno. Una poltrona ben scelta, un tavolino con proporzioni corrette, un tappeto che definisce l’area, una lampada da lettura che crea una seconda scena quando il fuoco è spento. Sono dettagli che trasformano un “angolo camino” in una parte viva della casa, non in un fondale.

In questa logica, anche il design usato può avere un ruolo concreto e coerente: non per riempire, ma per scegliere pezzi che reggono la vicinanza e il tempo. Su Deesup, ad esempio, ha senso cercare sedute lounge, tavolini, lampade o tappeti capaci di completare la zona camino senza renderla una vetrina: elementi con materia e proporzioni solide, che migliorano la qualità dello stare. Il camino moderno diventa davvero architettura domestica quando non pretende attenzione continua, ma offre un centro silenzioso attorno a cui la casa si organizza – con naturalezza, e con scelte che restano credibili anche a fiamma spenta.

Fonte immagine: Veronia  – https://www.veroniamall.com/

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