Ci sono autori che cambiano lo stile di un’epoca e altri che cambiano il modo in cui viviamo le stanze. Patricia Urquiola riesce in entrambe le cose: parla di comfort con una voce contemporanea, ama i materiali che raccontano storie e veste gli interni con colori che non urlano, ma restano. È un’architetta capace di passare dalla poltrona al rivestimento, dall’hotel alla boutique, senza perdere leggerezza né misura. E quando i suoi progetti entrano in casa, succede quasi sempre una piccola magia quotidiana.
INDICE
- Da Oviedo a Milano: ritratto di una progettista che ascolta
- Una bottega aperta sul mondo: lo studio e la regia con Alberto Zontone
- La grammatica del tatto: curve, texture e materia viva
- Sedersi bene è un atto d’amore: divani e poltrone che abbracciano
- Il tavolo come luogo della parola: forme che invitano alla conversazione
- La luce che accompagna: corpi illuminanti che costruiscono atmosfera
- Trame che scaldano: tappeti e tessili come microarchitetture
- Superfici con respiro: ceramiche e pattern che non stancano
- Spazi che accolgono: hotel, retail e case con misura
- Portare il suo sguardo in casa: palette, ritmo, consigli pratici
- Comprare con intelligenza: originali, durata e second hand su Deesup
- Conclusioni – una rivoluzione gentile che migliora nel tempo
1. Da Oviedo a Milano: ritratto di una progettista che ascolta
La storia di Urquiola nasce a Oviedo e matura a Milano, dove si laurea e inizia a respirare la cultura del progetto che tiene insieme bottega e industria. La sua è una formazione in cui il rigore dell’architettura si mescola all’attenzione per il gesto domestico: come si appoggia un braccio su un bracciolo, che traccia lascia una luce sul tavolo, quanto tempo resiste una seduta ai ritmi di una famiglia. Il metodo è chiaro fin dall’inizio – ascoltare le persone, ascoltare i materiali, trovare per ciascun contesto un equilibrio tra poesia e uso. Da qui l’allenamento a “vedere” prima il corpo e poi l’oggetto, a progettare la relazione tra mani, superfici e luce, a scommettere su una bellezza che sappia invecchiare bene.
2. Una bottega aperta sul mondo: lo studio e la regia con Alberto Zontone
Milano è la base, lo Studio Urquiola la casa madre dove convergono architettura, interior e product design. La regia è condivisa con Alberto Zontone, compagno di squadra che governa tempi, organizzazione e dialogo con i brand. È una struttura orizzontale, curiosa, capace di passare dal progetto di un hotel alla messa a punto di un raccordo per una lampada, con la stessa serietà. Dal 2015 Urquiola guida la direzione creativa di Cassina, ruolo che le ha permesso di orchestrare nuove collezioni e riedizioni storiche con una sensibilità attuale. Qui nascono prodotti, interni e spazi pubblici che suonano la stessa musica: attenzione alla vita vera, rispetto per l’ambiente, voglia di sperimentare senza perdere il filo. La città dà energia – i laboratori, gli artigiani, le aziende – e lo studio la restituisce con progetti che parlano un linguaggio internazionale mantenendo quella misura tutta italiana che non stanca.
3. La grammatica del tatto: curve, texture e materia viva
Il suo vocabolario è fatto di texture, curvature dolci, geometrie morbide. I materiali arrivano sempre con un carattere: legni con poro in evidenza, tessuti tridimensionali, metalli satinati, plastiche evolute trattate come stoffe, ceramiche con pattern che alleggeriscono le superfici. L’innovazione non è l’effetto speciale, è la sensazione tattile che ti fa venire voglia di sederti, toccare, restare. Urquiola lavora con i colori come con il volume: sfumature calde che dialogano tra loro, toni minerali con un accento di verde o di blu, pastelli polverosi che assorbono la luce invece di respingerla. La forma non è mai gratuita – nasce spesso da un gesto ergonomico, da un modo di stare seduti, da un attraversamento dello spazio. Per questo i suoi oggetti sono riconoscibili ma gentili: non chiedono di essere guardati, chiedono di essere usati.
4. Sedersi bene è un atto d’amore: divani e poltrone che abbracciano
Molti la incontrano per la prima volta su un divano. Ci si accorge che la linea non fa scena, ma invita al relax: cuscini generosi, moduli componibili, profondità che accolgono senza inghiottire. Con Cassina Urquiola ha sviluppato sistemi di imbottiti e sedute che tengono insieme architettura e morbidezza – volumi articolati, cuciture che disegnano percorsi, palette calde. Con B&B Italia ha firmato modelli entrati nell’immaginario contemporaneo, dove la scocca avvolge come un piumino e il comfort diventa una carezza. Sul fronte delle poltrone, l’anima può diventare scultura restando comoda: petali imbottiti che si aprono come un fiore, gusci che accompagnano la schiena senza forzarla. All’aperto il racconto cambia ritmo con intrecci e trame che dialogano con il verde – basti pensare ai progetti outdoor sviluppati per aziende come Moroso, capaci di trasformare terrazze e giardini in salotti en plein air.
5. Il tavolo come luogo della parola: forme che invitano alla conversazione
Il tavolo è il luogo della conversazione, perciò le forme puntano alla convivialità: spigoli smussati, ellissi lente, rotondi ampi che mettono tutti alla stessa distanza. I complementi seguono a ruota: tavolini leggeri che accompagnano il divano senza occupare scena, consolle con profili morbidi, contenitori dove il ritmo delle ante diventa decorazione discreta. Quando Urquiola lavora con le plastiche di nuova generazione, il materiale perde la rigidità industriale e guadagna un tocco quasi tessile: è il caso di diversi progetti pensati per Kartell, in cui trasparenze e texture portano luce senza appesantire. Anche nella tavola la cifra è chiara: servizi e vassoi dal disegno contemporaneo, texture che evocano stampi in gelatina, colori fruttati. È un modo di apparecchiare che fa sorridere senza infantilismi e si sposa bene con ceramiche bianche o legni naturali.
6. La luce che accompagna: corpi illuminanti che costruiscono atmosfera
Le lampade pensate da Urquiola hanno due qualità rare: carattere e misura. I corpi illuminanti di taglio tecnico – sospensioni, piantane, portatili – usano diffusori che addolciscono l’emissione e griglie che eliminano l’abbagliamento. Altre luci partono da una geometria quasi sartoriale: una fascia che si apre come una corolla, una cupola traforata che disegna un pattern sul soffitto, un paralume opalino attraversato da una trama. Con Flos ha costruito una famiglia luminosa riconoscibile – dalle scocche traforate che proiettano trame gentili alle sospensioni a “foglia” che schermano l’abbagliamento – sempre con la stessa idea di fondo: la luce deve accompagnare le persone, non abbagliarle. In casa funzionano bene perché non pretendono il palcoscenico: lavorano per strati. Una sospensione sopra il tavolo, una piantana radente vicino alla libreria, una piccola portatile sul davanzale – e l’atmosfera si fa densa ma non pesante.
7. Trame che scaldano: tappeti e tessili come microarchitetture
Il tessile è il terreno dove la progettista gioca con volume e tatto. I tappeti che l’hanno resa popolare sono una piccola architettura morbida: maglie grosse, rilievi, fasce che si accavallano come sciarpe. Non sono solo “bei disegni”, sono strumenti acustici e termici – assorbono i rumori di fondo e riscaldano visivamente lo spazio. La regola per usarli è semplice: un solo disegno forte per stanza, meglio se abbinato a sedute dal colore compatto; sotto al tavolo da pranzo scegli trame più piatte, in salotto osa con spessori e intrecci. Cuscini e plaid seguono lo stesso principio, con cromie coordinate ma non “in pendant”: l’insieme deve sembrare raccolto con gusto negli anni, non comprato tutto in una volta.
8. Superfici con respiro: ceramiche e pattern che non stancano
Tra le collaborazioni più significative ci sono quelle con aziende di superfici. Con Mutina Urquiola ha firmato collezioni che animano pareti e pavimenti con disegni quotidiani e colti insieme – pattern grafici, riferimenti mediterranei, formati che dialogano tra loro senza stonare. L’effetto giusto si ottiene miscelando tessiture e campiture con attenzione: una fascia decorata in cucina per sottolineare il piano lavoro, un tappeto di motivi nella doccia, un ingresso con posa a tappeto che dà il benvenuto. Anche nei bagni il suo sguardo è riconoscibile: nicchie, mensole in continuità con il rivestimento, specchi morbidi negli angoli. Il risultato è un ambiente che non teme l’uso e, anzi, migliora con il passare del tempo.
9. Spazi che accolgono: hotel, retail e case con misura
Quando firma un hotel, Urquiola disegna luoghi che ti fanno sentire ospite e non cliente. La lobby è un salotto con poltrone che ti invitano a fermarti, la reception sembra un bancone di atelier, i corridoi sono quieti e morbidi. Le camere raccontano il territorio senza cartoline: legni locali, pietre chiare, tessuti intrecciati, una luce che accompagna. In riva al lago o nel cuore di Milano, lo schema è simile – il progetto cerca il contesto e lo lascia parlare. Nei negozi di moda cambia ritmo ma non tono: materiali che dialogano con la collezione, camerini che rispettano chi li usa, una scenografia che sa farsi da parte. Se desideri portare a casa questa qualità, concentrati su tre cose – ritmo delle sedute (isole di conversazione invece di allineamenti), tessili che avvolgono e luci stratificate. Funziona in appartamento come in una casa di vacanza.
10. Portare il suo sguardo in casa: palette, ritmo, consigli pratici
Per ricreare “l’effetto Urquiola” non serve riscrivere tutto. Scegli una base calda e materica – pareti avorio o grigio caldo, legni naturali, pietre opache – e inserisci un accento consapevole: una poltrona con rivestimento tattile, un tappeto con rilievo, una lampada in cui la trama diventa luce. Il colore lavora meglio a campi pieni che a piccoli stacchi: un verde salvia su un mobile basso, un blu profondo su una parete di fondo, un ruggine nel tessile. Nei soggiorni compatti evita set rigidi; preferisci moduli componibili con profondità differenziate, così ogni persona trova il suo modo di sedersi. In cucina un tavolo rotondo o ovale allenta le traiettorie e invita alla conversazione; nello studio usa scaffali chiari e una poltroncina confortevole, perché la produttività nasce dal benessere, non dalla severità. Se ami l’outdoor, una seduta intrecciata con pattern grafico porta la stessa vitalità del salotto anche in terrazzo.
11. Comprare con intelligenza: originali, durata e second hand su Deesup
Quando si entra nel mondo dei pezzi firmati, il primo alleato è l’occhio. Nelle sedute verifica cuciture, passaggi di curva, coerenza tra struttura e imbottitura; nei tavoli guarda l’incontro tra piano e basamento – dev’essere pulito e stabile. Le lampade rivelano qualità negli snodi, nella finitura delle superfici e nella compostezza della luce. Per piastrelle e rivestimenti, considera la posa come parte del progetto: spesso è la geometria di montaggio a fare la differenza.
Se cerchi l’occasione giusta, il mercato dell’usato selezionato è un amico prezioso. Su Deesup trovi schede con misure reali, foto macro delle finiture, indicazioni sullo stato di conservazione e verifiche di originalità – informazioni che ti permettono di scegliere con serenità e allungare la vita di oggetti ben progettati. È un approccio sostenibile e intelligente: fai entrare in casa qualità già testata e, se un giorno cambierai gusti o spazi, questi pezzi sapranno rivendere bene.
12. Conclusioni – una rivoluzione gentile che migliora nel tempo
Patricia Urquiola ha portato nel design contemporaneo un’idea semplice e forte: la forma deve prendersi cura di chi la usa. Le sue sedute non impongono pose, invitano; le luci non abbagliano, accompagnano; le superfici non sfoggiano, dialogano con il tempo. Portare questo sguardo in casa significa scegliere materiali che fanno venire voglia di toccare, colori che resistono all’umore del giorno, oggetti che migliorano con gli anni. E se quel pezzo arriva da una storia precedente – magari trovato nell’usato certificato di Deesup – la bellezza raddoppia, perché diventa anche memoria. In fondo, l’eredità più preziosa di Urquiola è questa: ricordarci che l’innovazione vera non urla, ascolta. E quando una casa sa ascoltare, diventa immediatamente più nostra.
Fonte immagine: Patricia Urquiola Sito Ufficiale – https://patriciaurquiola.com