Era il 2011 quando in Australia nasceva l’iniziativa Plastic Free July, ideata dal Western Metropolitan Regional Council per sensibilizzare gli abitanti di Perth. Di anno in anno ha acquisito sempre più popolarità varcando i confini, conquistando milioni di adepti in giro per il mondo. Oggi è organizzata dalla Plastic Free Foundation. Come suggerisce il nome, consiste nell’impegnarsi per tutto il mese di luglio a non produrre rifiuti in plastica. Questo significa evitare imballaggi monouso e non biodegradabili, e tutto ciò che è usa e getta, dunque cimentarsi con il riciclo e il riutilizzo casalingo. Insomma, nel mettere in pratica il concetto di sostenibilità.
Si può fare in autonomia oppure iscrivendosi alla piattaforma della fondazione per scoprire le storie degli altri partecipanti e condividere trucchi e consigli per riuscire al meglio nella propria impresa. D’altronde l’intento è proprio quella che le persone creino una rete di aiuto: solo insieme è possibile trovare una soluzione e attuare un reale cambiamento. Ovviamente, la partecipazione social è la benvenuta con gli hashtag #PlasticFreeJuly e #MyPlastcFreeJulyChallenge.
Plastic Free July, un’opportunità per capire il nostro impatto e cambiare stile di via
Rebecca Prince-Ruiz, direttrice esecutiva del Plastic Free July nonché fondatrice dell’iniziativa, l’anno scorso in occasione dei dieci anni ha pubblicato il libro The Inspiring Story of a Global Environmental Movement and Why It Matters, scritto a quattro mani con la giornalista Joanna Atherfold Finn, con il quale ha fatto il punto della situazione sulla questione inquinamento e di come la sensibilità delle persone oggi sia cambiata.
D’altronde, il luglio senza plastica ha avuto ed ha tutt’ora un importante impatto sulle persone, che hanno cambiato prospettiva sui consumi. L’obiettivo non è esclusivamente quello di limitare i rifiuti, ma è soprattutto quello di aiutare le persone a rendersi conto delle proprie abitudini e a migliorarle. La consapevolezza è tutto per poter cambiare e rendere il proprio stile di vita sostenibile e rispettoso del pianeta.
Molto, troppo spesso acquistiamo e consumiamo puntando soprattutto alla comodità senza interrogarci troppo sull’impatto delle nostre scelte. Impegnandoci invece a evitare di immettere altra plastica nel sistema scopriremo inevitabilmente quanto effettivamente siamo dipendenti da questo materiale, che è la principale causa dell’inquinamento globale, in particolare degli oceani. Conosciamo tutti la Great Pacific Garbage Patch, quell’isolotto grande come la Groenlandia costituito esclusivamente da spazzatura in plastica. Frutto di cattiva gestione dei rifiuti e di un smaltimento e riciclo insufficiente, è destinato a crescere, con danni a flora e fauna. Bisogna intervenire adesso.
Perché partecipare e sostenere la circolarità
Il movimento Plastic Free July ha ispirato più di 100 milioni di persone in tutto il mondo provenienti da 190 paesi come riporta il sito ufficiale. E sono destinate a essere sempre di più quelle che non solo per un mese decidono di limitare o eliminare del tutto la plastica dalla propria vita. Non è facile, significa ri-settare completamente le proprie consuetudini, ma non è impossibile. Acquistare oggetti duraturi, meglio ancora se usati, dare loro sempre nuova vita, programmare i consumi, scegliere le ricariche sono piccoli passi che faranno la differenza.
E voi, siete pronti a partecipare al cambiamento?