Quando ci si approccia al mondo degli arredi e del design usato, ci si imbatte spesso in tre vocaboli chiave: antiquariato, modernariato e vintage. Spesso questi termini sono confusi fra di loro e utilizzati impropriamente, quando in realtà ci sono delle differenze. In linea di massima, ciascuna parola inquadra un determinato periodo storico, ma quando si analizza un oggetto che ha svariati anni alle spalle bisogna sempre tenere conto che a renderlo interessante non è soltanto l’età, ma anche la sua qualità. Finiture particolari, materiali eccellenti, iconicità del design e altri dettagli ne giustificheranno pregio e prezzo. Non basta, infatti, che un arredo o un accessorio sia stato realizzato parecchi anni fa per avere valore: potrebbe essere semplicemente vecchio.
Le differenze tra antiquariato, modernariato e vintage
Entrando nello specifico, conoscere il significato di antiquariato, modernariato e vintage ci aiuterà non poco nella scelta di arredi e complementi, guidandoci nell’acquisto.
Antiquariato
Sicuramente la parola più conosciuta e utilizzata nell’ambito dei mobili dell’arredamento di altre epoche è antiquariato. Si riferisce agli oggetti che hanno un’età minima di 80 anni, ovvero realizzati prima della Seconda Guerra Mondiale. Questa datazione non è però condivisa da tutti. Infatti, c’è chi la utilizza solo per oggetti realizzati nel 1800, chi dà una datazione di almeno 100 anni. In generale, parliamo di mobili antichi, il cui valore sta soprattutto nell’unicità e nell’essere riusciti a sopravvivere nel tempo. Inevitabilmente avranno subito interventi di restauro per preservarne le qualità e limitare i danni dell’usura e del tempo. Bisogna stare attenti alle contraffazioni: c’è chi realizza mobili in stile retrò, ovvero un’imitazione davvero ben riuscita.
Fino a non molti anni fa esclusivamente la parola antiquariato rientrava nel nostro vocabolario comune e il perché è molto semplice. Con il passare del tempo, hanno acquisito valore e interesse mobili più recenti, complici i trend e la moda, spostando sotto la parola antiquariato mobili sempre più antichi.
Modernariato
La moda del modernariato è esplosa nell’ultima decina d’anni, lanciando una vera propria caccia all’oggetto unico e iconico. Ma che cos’è esattamente? Il termine indica gli oggetti realizzati nel secondo Dopoguerra, perciò tra il 1945 e l’inizio degli anni ’70. Sono mobili e accessori che raccontano di un momento storico molto preciso, durante il quale si sviluppa il concetto contemporaneo di design, iniziano la produzione e il consumo di massa, pattern e colori sono decisi e grafici. A rendere il modernariato cool è interessante ha contribuito molto anche il cinema, aumentando il valore storico di quello stile.
Questa fase del ‘900 è stata molto fertile dal punto di vista sociale e culturale, con grandi cambiamenti a livello globale. Nuovi benessere e ricchezza hanno portato alla messa in discussione del passato da ogni punto di vista. Cultura e intrattenimento vanno di pari passo con il design, si influenzano tra di loro creando un’estetica e una visione tutt’oggi estremamente affascinante. È il nuovo che avanza, è il futuro tanto agognato: il modernariato racconta anche di un certo ottimismo che oggi guardiamo con un po’ di invidia.
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Vintage
Vintage è a sua volta piuttosto recente sia come termine che come concetto. Utilizzato principalmente nell’ambito della moda, ora tocca anche l’arredamento. A differenza degli abiti, con cui si indicano generalmente capi di età superiore ai vent’anni senza un limite, per quanto riguarda il design definisce tutto ciò che ha tra i 40 e i 50 anni d’età. Si usa invece new vintage per tutto ciò che è stato realizzato prima del 2000. Si tratta di definizioni piuttosto fluide, poiché non si rifanno a un determinato stile preciso come invece fa il modernariato. Quella del vintage è una categoria piuttosto ampia, dove è necessaria più attenzione e conoscenza per individuare ciò che è di valore e ciò che invece è semplicemente demodé.