Il Bauhaus compie 100 anni. Lo festeggiamo svelandovi la sua storia.
100 anni e non sentirli. Il Bauhaus – la scuola d’arte e design che ha plasmato l’estetica del XX secolo – celebra quest’anno il centenario della sua nascita. Ma la sua lezione resta ancora oggi viva, pulsante e attuale.
Sembra che il merito sia di una bicicletta: se è possibile piegare l’acciaio tubolare per produrre un manubrio, perché non si può fare lo stesso per realizzare un arredo? Era il 1925 e da questa intuizione nacque uno dei pezzi di design più famosi di sempre, la Poltrona Wassily, progettata da Marcel Breuer, eminenza della scuola del Bauhaus.
La filosofia
La Wassily riassume in maniera limpida la filosofia del Bauhaus: spogliare l’estetica dal superfluo, tornare alle forme elementari, alla geometria, ai colori primari. E sperimentare, ricercare nuovi materiali, in nome del progresso e della funzionalità.
Ma cosa è questo Bauhaus?
Il Bauhaus è (stata) una scuola. Nata dalla fusione tra l’Accademia d’Arte e la Scuola di Arti e Mestieri, visse in Germania tra le due Guerre Mondiali e (1919-1933) e che fu soppressa dall’avvento del nazismo. Appena 13 anni che hanno però cambiato le sorti dell’estetica moderna. Fondata da Walter Gropius a Weimar, la scuola puntava ad unificare arte e tecnologia. L’obiettivo era formare un nuovo tipo di creativo, capace di trasformare, anche manualmente, l’idea in oggetto industriale: insomma, il designer. L’essenzialità delle forme – ridotte a elementi basilari – doveva essere funzionale all’industrializzazione dell’arredo. Praticità prima di tutto.
Un pò di storia
Il Bauhaus nasce e si sviluppa in Germania, ma il suo seme inizia a germogliare in Inghilterra, patria della Rivoluzione Industriale. Qui il Governo decise di riformare le Accademie, prevedendo un maggior legame tra la parte teorica e pratica. Sorsero così laboratori per produrre artigianalmente oggetti e arredi che diedero vita allo stile conosciuto come Arts and Crafts.
Il nome
Sembra che il nome derivi da Bauhutte, termine medievale tedesco che indicava la corporazione dei muratori.
I protagonisti
Per le aule del Bauhaus sono passati alcuni degli innovatori più influenti del secolo scorso, dal fondatore e architetto Walter Gropius ai pittori Paul Klee e Wassily Kandiskij, da Marcel Breuer a Hannes Meyer, da Mies van der Rohe a Marianne Brandt.
Donne
“Non ci deve essere alcuna differenza tra il sesso più bello e quello più forte”. La frase, attribuita a Walter Gropius, riassume l’aspirazione progressista e femminista della scuola, aperta alle studentesse. La teoria non coincise però con la pratica: le donne furono generalmente relegate a corsi “minori”. A dispetto delle difficoltà, emerse una figura femminile di grande prestigio: Marianne Brandt.
Il viaggio
Dalla Germania a Israele. Con oltre 4000 edifici, Tel Aviv è la città al mondo che ospita più costruzioni in stile Bauhaus, tanto da aver guadagnato nel 2003 il titolo di patrimonio mondiale dell’Unesco. Il Bauhaus, con la sua semplicità, funzionalità ed economicità, fu considerato l’ideale per costruire dal nulla una città moderna e funzionale.
Eventi
Oltre 600 eventi nella sola Germania, migliaia in tutto il mondo. Qui tutte le informazioni sulle iniziative organizzate per festeggiare il centenario del Bauhaus.
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